Con la fusione tra Nexi e Sia nasce un colosso nei pagamenti elettronici che avrà in Borsa una capitalizzazione complessiva superiore ai 15 miliardi di euro. L'obiettivo è di completare l'operazione, che dovrà passare al vaglio delle autorità competenti, entro l'estate 2021 mentre la firma degli accordi definitivi è prevista per dicembre. Cosa fanno Nexi e Sia? Già oggi gestiscono i pagamenti elettronici: dalle carte di credito ai cosidetti Pos, ossia le «macchinette» che bar e ristoranti usano per transazioni con le carte. Insieme però hanno piani più ampi con app di pagamento mobile, soluzioni per pagamenti digitali anche business, per l'e-commerce e per il trasporto pubblico locale. Nonchè servizi di trading per le principali istituzioni italiane e internazionali.
In base all'accordo gli azionisti sia riceveranno 1,5761 azioni Nexi per ogni azione posseduta. Per cui l'azionariato vedrà al 70% gli azionisti Nexi e al 30% Sia. Cdp (controllante di Sia) avrà una quota di maggioranza relativa di poco superiore al 25%. Poco meno (23%) avranno i fondi Advent, Bain e Clessidra che hanno sostenuto la crescita di Nexi (assistita nell'operazione di fusione per incorporazione da BofA Securities, Hsbc Bank e Mediobanca). Il titolo, dal debutto a Piazza Affari, è salito da 9 ai 17,42 euro (ieri +3,3%). La nuova società (di cui ancora non si conosce il nome) beneficerà di ricavi aggregati pari a 1,8 miliardi e di un margine lordo aggregato pari a 1 miliardo con sinergie per circa 150 milioni di euro. Sarà dunque tra i maggiori gruppi europei con circa 2 milioni di merchant (negozi), circa 120 milioni di carte e un numero complessivo di transazioni annue processate pari oltre 21 miliardi. Del resto le due società già vantano una partnership ultra decennale, con circa 5,5 mila collaboratori in 15 Paesi, di cui oltre 4mila impegnati in un polo tutto italiano di tecnologia e innovazione digitale, fondamentale per lo sviluppo tecnologico del Paese. In un mercato come quello italiano in cui i pagamenti digitali hanno una quota di penetrazione ancora bassa pari al 24%.Il nuovo gruppo sarà guidato dall'attuale ad di Nexi, Paolo Bertoluzzo che è già pronto per nuove acquisizioni internazionali. Nexi infatti, secondo Bloomberg, avrebbe formulato un'offerta non vincolante per il gruppo Nets, che ha sede in Danimarca. I principali azionisti di Nets, gli americani di Hellman & Friedman, seguiti da Advent e Bain (gli ultimi due sono soci anche di Nexi), hanno infatti aperto una procedura di vendita della società di pagamenti con la selezione delle offerte che potrebbe avSe Nexi comprasse Nets, che potrebbe valere circa 10 miliardi di euro, estenderebbe il suo raggio d'azione anche nell'Europa del Nord e nei Paesi a lingua tedesca.
Gli azionisti hanno già espresso il loro sostegno all'ulteriore espansione all'estero e Fabrizio Palermo, numero uno di, ha espressamente parlato di un «nuovo campione dei pagamenti digitali che sarà in grado di competere e crescere a livello internazionale assumendo un ruolo da vero protagonista sul mercato europeo».
Soddisfatto anche il governo, azionista di Cdp.
Dal ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, «contribuirà alla transizione digitale, in sintonia con impegno del governo italiano per incentivare la transizione al cashless», a quello per lo Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli che auspica di avere da questo accordo un incentivo verso il digitale.
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