Xavier Niel, patron di Iliad, non è riuscito a conquistare Vodafone Italia e ha puntato direttamente su Londra acquistando a sorpresa il 2,5% del gruppo britannico, secondo indiscrezioni, per 750 milioni di sterline, riaccendendo l'attenzione sul risiko delle tlc. In Borsa il titolo si è infiammato e ha chiuso in rialzo del 2,26% a 108,78 euro ma non ha trascinato con sè gli altri titoli del settore. Solo Tim ha colto l'occasione per un rimbalzo (+5,71% a 0,197 euro) sostenuta dal buy di Bestinver.
Vodafone è «un'interessante opportunità di investimento» dichiara Atlas Investissement, il veicolo usato da Niel che sembra mettere pressione al ceo di Vodafone Nick Read su consolidamento e vendita delle torri. Gioca sulle dichiarazioni degli inglesi quando dice «sosteniamo l'intenzione dichiarata pubblicamente da Vodafone di perseguire opportunità di consolidamento in aree geografiche selezionate, nonché i suoi sforzi nella separazione delle infrastrutture» e conclude «ci sono opportunità per accelerare», «per ridurre ulteriormente i costi, migliorare la redditività, accelerare lo sviluppo della banda larga in Germania e in altre aree geografiche e concentrare maggiormente l'attenzione sull'innovazione». Ma secondo gli analisti «potrebbe aver bisogno di aumentare la sua partecipazione per avere un impatto» sulla strategia. La mappa dei soci vede in testa Etisalat con il 9,98%, poi Blackrock al 6,45%, Vanguard al 4,55% e Norges Bank al 2,77 per cento. La campagna di Niel potrebbe però non fermarsi qui e dichiara di «monitorare una serie di possibili opportunità di investimento nel settore delle tlc».
Intanto Tim continua a lavorare al suo piano di riorganizzazione e all'ipotesi di una integrazione tra la Netco (la futura società della rete) e Open Fiber. Lo scenario intorno è però completamente mutato rispetto a quando era stato firmato il Memorandum con Cdp Equity, Kkr, Macquarie e OF con la guerra che si prolunga, la crisi energetica e non ultima la caduta del Governo. La strada prevedeva entro fine settembre un'offerta non vincolante di Cdp e il cda di Tim sente la necessità di fare il punto.
Per questo sta valutando di chiedere formalmente, entro fine settimana, a Cdp di ribadire le sue intenzioni con l'auspicio di ricevere una risposta entro il 29 settembre quando si riunirà il cda e che l'offerta non slitti oltre la prima metà di ottobre.
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