"Penalizzati ingiustamente dai rating"

Dura requisitoria della Consob contro le agenzie che danno la pagella al debito italiano

"Penalizzati ingiustamente dai rating"
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«Ci vediamo tra cinquant'anni». Scherza l'87enne presidente della Consob, Paolo Savona, al termine della sua relazione che, quest'anno, cade con le prime cinquanta candeline dell'autorità che vigila sui mercati finanziari. Evento peraltro celebrato con la stampa di un francobollo, una speciale moneta da 5 euro e un libro. In platea, il consueto contingente di vecchi e nuovi volti dell'alta finanza nazionale: tra gli altri, il numero uno di Pirelli Marco Tronchetti Provera, il presidente di Mediaset-Mfe, Fedele Confalonieri, quello di Enel, Paolo Scaroni, passando per il numero uno del gruppo Unipol, Carlo Cimbri, e dell'ad di Mediobanca, Alberto Nagel, insieme ai presidenti dell'Abi, Antonio Patuelli, e delle Generali, Andrea Sironi. Per il governo spiccavano il vice ministro dell'Economia Maurizio Leo e il sottosegretario Federico Freni, inseguiti da nugoli di giornalisti mentre l'ex premier Mario Monti sgattaiolava via sotto alla pioggia e senza ombrello.

Savona, nella sua relazione, ha lanciato una serie di messaggi. Uno è una staffilata alle agenzie di rating: «La buona resilienza dell'economia italiana e la capienza del risparmio interno hanno stentato a tradursi in una discesa dello spread richiesto dal mercato sui nostri titoli pubblici, finalmente emersa nei primi mesi del 2024, anche per la buona accoglienza dei risparmiatori italiani seguita da una ripresa di interesse dall'estero», ha detto Savona. «Questo risultato, pur restando esposto ai rischi geopolitici, si dovrebbe riflettere anche in un innalzamento dei rating del debito pubblico italiano, alleviando l'onere sulla crescita dovuto al maggiore costo del debito». A riguardo dei rischi geopolitici, Savona ha posto l'accento sui rischi deflattivi di un commercio mondiale con la tendenza a muovere «più armi e meno merci, invertendo l'indirizzo favorevole alla globalizzazione degli scambi e alla convivenza pacifica». Ed è ritornata anche la vecchia questione di un cambiamento della struttura del Pil, da alimentare non solo con l'export, ma rafforzando il cavallo della domanda privata «convogliando risparmio verso l'attività produttiva attraverso impulsi di mercato». Passaggio, quest'ultimo, che potrebbe passare attraverso la riforma del Ddl Capitali, sul quale Savona non si è esposto più che tanto, limitandosi a rimarcare come l'intento del legislatore è «fornire anche una risposta alle preoccupazioni nascenti dal delisting delle società quotate su Euronext Milan, un fenomeno peraltro presente anche nelle Borse estere». Incanalare il risparmio verso l'economia reale, vale a dire le aziende, è «uno degli obiettivi che portiamo avanti da quando siamo al governo», è stato il commento del sottosegretario Freni a proposito dell'invito all'utilizzo produttivo del risparmio. Un altro messaggio è all'indirizzo dell'Unione europea. Il presidente ha parlato di «urgenza di attuare l'Unione dei mercati dei capitali». Il punto, secondo Savona, è che l'attività di vigilanza sarebbe migliore con «crescenti collaborazioni». Il numero uno dell'authority si spinge a immaginare una nuova architettura della vigilanza Ue, con lo spostamento dei depositi bancari dalle banche centrali a una sola authority di controllo finanziaria come la Consob e l'Esma per incanalare il risparmio «verso il finanziamento dello sviluppo del reddito e dell'occupazione».

Riflessioni infine anche sulle criptovalute, definite «in vertiginosa crescita».

La Consob, afferma l'economista, ha «diretto interesse a conoscere come raccordare la contabilità dell'euro digitale con quella degli strumenti finanziari tradizionali e tokenizzati e verso dove si dirigerà l'architettura istituzionale della moneta e della finanza». Sul tema, a margine del discorso, il vice ministro Leo ha colto l'invito affermando che «bisognerà fare degli interventi per disciplinarle».

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