Quando si parla di perequazione per le pensioni si fa riferimento alla rivalutazione annuale dell’assegno pensionistico per adeguarlo al costo della vita. Questo meccanismo ha lo scopo di proteggere il potere d’acquisto delle pensioni rispetto alle conseguenze derivanti dalla crescita dell’inflazione. La perequazione è prevista per tutti i trattamenti pensionistici erogati dalla previdenza pubblica, anche per quelli indiretti. La rivalutazione viene effettuata il primo gennaio di ogni anno e scaturisce dagli incrementi dell’indice annuo dei prezzi al consumo accertati dall’Istat. Per il 2022 è atteso l’aumento delle pensioni, anche grazie allo sconto Irpef, ma andiamo a vedere nei dettagli cosa succederà.
L’incremento delle pensioni e il taglio dell’Irpef
Il decreto ministeriale del 17 novembre 2021 ha stabilito che la percentuale di variazione per il calcolo della perequazione delle pensioni per l’anno 2021 è pari a 1,7% dal primo gennaio 2022. I trattamenti pensionistici non saranno aumentati tutti allo stesso modo. La rivalutazione dipenderà dalle fasce di reddito:
100% dell’inflazione, ovvero in misura piena, per le pensioni fino a quattro volte il trattamento minimo, ovvero fino a 2.062 euro.
90% dell’inflazione per le pensioni comprese tra quattro e cinque volte il trattamento minimo.
75% dell’inflazione per le pensioni oltre cinque volte il trattamento minimo.
Il trattamento minimo di riferimento in pagamento dal primo gennaio 2022 è pari a 523,83 euro. Dall’inizio dell’anno, poi, le aliquote Irpef saranno quattro: 23%, 25%, 35% e 43%. A sparire sarà l’aliquota del 41%. Ma ecco gli scaglioni nel dettaglio:
23% per i redditi fino a 15mila euro.
25% per i redditi tra 15mila e 28mila euro.
35% tra 28mila e 50mila euro.
43% oltre i 50mila euro.
Per sapere quale sarà l’importo
della propria pensione in base alle novità del nuovo anno si dovrà fare attenzione alle detrazioni.Come cambiano gli assegni pensionistici del 2022
Ecco come verranno calcolate e rimodulate le detrazioni, a seconda della fascia di reddito di appartenenza.
La detrazione base dagli attuali 1.880 passa a 1.955 euro per le pensioni fino a 8.500 euro.
Per le pensioni tra gli 8.500 e i 28mila euro la detrazione compete nella misura di 700 euro.
Per le pensioni tra i 28mila e i 50mila euro spetta una detrazione di 700 euro moltiplicato per il rapporto tra l'importo di 50mila euro, diminuito del reddito complessivo, e l'importo di 22mila euro.
Per i redditi da pensione compresi tra 25mila e 29mila euro la detrazione viene aumentata di 50 euro.
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