Le pensioni sono sempre più nel mirino del governo. Le cesoie dell'esecutivo si muoveranno su due fronti. Il primo è quello del taglio sugli assegni d'oro, il secondo invece riguarda il taglio sulle rivalutazioni. Di fatto questo secondo aspetto è quello che più di ogni altro ha portato i pensionati in piazza con manifestazioni contro il governo. I Cinque Stelle si difendono affermando che il blocco delle rivalutazioni riguarda solo le pensioni che superano i 2000 euro lordi. In realtà la penalizzazione scatta già per gli assegni che superano i 1500 euro e questo i pensionati l'hanno capito bene. Per le pensioni più alte la sforbiciata voluta fortemente dai pentastellati potrebbe portare anche ad una perdita di 300 euro l'anno nei prossimi tre anni. La Uil ha calcolato però quanto hanno perso i pensionati dal 2011.
Da quell'anno, ovvero dall'entrata in carica del governo Monti, è diventata una missione irrinunciabile da parte degli esecutivi mettere la mano nel portafoglio dei pensionati con un blocco alle rivalutazioni. Secondo il calcolo del sindacato per una pensione che nel 2011 era pari a 1.500 euro lorde mensili, tra le 3 e le 4 volte il trattamento minimo, la perdita è ad oggi pari a 79 euro al mese, oltre 1.000 euro annui. Un pensionato che percepiva un trattamento lordo pari a 1.900 euro nel 2011, tra le 4 e le 5 volte il minimo, ha subito invece una perdita del 6,12%, 1.511 euro lordi, pari a un’intera mensilità netta in meno ogni anno per sempre. Ma le amare sorprese non finiscono qui.Considerando le ulteriori penalizzazioni che stanno per arrivare, il conto si fa più salato.
una pensione che nel 2011 era pari a 1.500 euro lorde mensili, subirà una perdita complessiva pari a 94,62 euro al mese, 1.230 euro annui, equivalente a una mensilità netta in meno ogni anno. Insomma il salasso c'è e fa sentire tutto il suo peso.
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