Pensioni, Cgil: "Sull'Ape il governo si rimangia la parola"

La riforma sull'anticipo pensionistico prende il via. Scatterà dal 1° maggio 2017. Per lasciare il lavoro serviranno 35 anni di contributi e 30 invece per chi è disoccupato

Pensioni, Cgil: "Sull'Ape il governo si rimangia la parola"

La riforma sull'anticipo pensionistico prende il via. Scatterà dal 1° maggio 2017. Per lasciare il lavoro serviranno 35 anni di contributi e 30 invece per chi è disoccupato. Ed è proprio su questo punto che si consuma lo strappo tra governo e sindacato. La Cgil è sul piede di guerra e di fatto attacca il premier: "30 anni per Ape social? Il governo Renzi si rimangia la parola data (erano 20 anni di contributi) Sono inaffidabili", afferma Massimo Gibelli, portavoce del leader Cgil Susanna Camusso, attacca il governo in un tweet diffuso dopo il tavolo tecnico sindacati-governo sul dossier pensioni. "Il governo Renzi si rimangia la parola: 30 anni di contributi invece di 20 per Ape social.

Gli antibiotici a Matteo Renzi non fanno effetto", attacca in un altro tweet la Cgil. Insomma con le parti sociali è scontro.

Di fatto il governo in una prima fase aveva promesso una soglia contributiva più bassa per accedere all'anticipo pensionistico. Poi la sterzata e i nuovi paletti per l'Ape social. Misure che non lasciano soddisfatta la Cgil, ma che a quanto pare potrebbero trovare sponda su altri fronti sindacali.

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