La proposta di modifica della flat tax portoghese sui redditi esteri contenuta in un emendamento alla proposta di legge finanziaria relativa al 2020 potrebbe avvantaggiare l'Italia.
Il motivo è semplice: come fa notare Il Sole 24 Ore, l'eventuale approvazione della misura – eventualità più che probabile – andrebbe a ridimensionare la dimensione attrattiva del regime fiscale lusitano a beneficio degli altri sistemi, tra cui quello italiano. Ma andiamo con ordine.
Intanto bisogna subito sottolineare che i Paesi europei si sfidano tra loro puntando sulle misure di tax competition. L'obiettivo è uno: attrarre quanti più investimenti stranieri possibili dall'estero, sottraendoli allo stesso tempo agli altri partner del continente.
Il Portogallo è un caso emblematico. Il suo regime inerente ai non-habitual residents ha trasformato il Paese in una sorta di paradiso fiscale per pensionati, italiani compresi. Questo sistema si basa sulla combinazione di vari trattati bilaterali contro le doppie imposizioni con norme tributarie locali di esenzione dei redditi derivanti da fonti extra-territoriali. In altre parole, i beneficiari del regime possono percepire una marea di voci reddituali provenienti dall'estero, in totale esenzione da imposizione, tanto nel Paese da cui provengono quanto in Portogallo.
Scendendo nel dettaglio, i pensionati trasferiti in Portogallo ricevono gli assegni previdenziali esentasse. L'unica condizione per accedere al paradiso è quella di non essere stati residenti nel Paese lusitano nei precedenti cinque periodi di imposta.
Che cosa potrebbe cambiare
Adesso questo Eden potrebbe seriamente ridimensionarsi, perché le pressioni di molti Paesi europei hanno spinto Lisbona a rimettere mano alla legislazione in materia fiscale. L'emendamento citato è stato depositato dal partito socialista, una fazione che oggi può contare su 108 deputati su 230 seggi parlamentari ed è forza di maggioranza relativa in Parlamento.
Quali sono le novità? In caso di approvazione, tanti saluti all'attuale esenzione sui redditi da pensioni estere. Al suo posto arriverebbe un'aliquota forfettaria pari al 10% da applicare sia ai trattamenti pensionistici standard che a quelli erogati una tantum. La proposta presenta una clausola di retroattività: l'applicazione della nuova norma scatterà solo nei confronti di quelli che decideranno di trasferirsi in Portogallo dal 2021 in poi. Per gli altri non cambierebbe niente.
Qualora il provvedimento trovasse luce verde, molti pensionati potrebbero pensarci due volte prima di partire in direzione Portogallo. Anche perché il regime introdotto dal legislatore italiano sarebbe una valida alternativa.
Anche questo si rivolge ai titolari di pensioni e prevede un'imposizione sostitutiva con aliquota al 7%, meno del 10% portoghese. La sua applicazione riguarderebbe i redditi da pensione ma anche ogni altra fonte reddituale percepita dal pensionato dopo il trasferimento in Italia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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