Il figlio dell'oligarca russo anti Putin: "Adesso basta..."

Le sanzioni contro Mosca colpiscono solo i russi che hanno rapporti commerciali con l’estero. Il monito di Andrey Yakunin, imprenditore e figlio di un oligarca un tempo vicino a Putin

Il figlio dell'oligarca russo anti Putin: "Adesso basta..."

Le sanzioni occidentali nei confronti della Russia potrebbero essere meno efficaci del previsto. E non solo per l’effetto boomerang che rischiano di generare nel medio-lungo periodo all’economia globale. Lo strumento scelto per punire Mosca, infatti, va a colpire quella parte di popolazione russa che ha rapporti commerciali con l’estero.

Allarme sanzioni

È questo, in sostanza, il grido di allarme lanciato da Andrey Yakunin. Non una persona qualunque, ma il magnate russo figlio dell’oligarca Vladimir, ex Kgb un tempo molto vicino a Putin. Nel corso di un’intervista rilasciata al quotidiano Il Tempo, l’imprenditore di fama internazionale attivo negli hotel di lusso ha spiegato che, in situazioni critiche, tutte le aziende e tutti gli operatori economici sono colpiti, "specialmente le aziende che lavorano nell'ambito dell'ospitalità e del turismo e tanto più le società che lavorano in un mondo globale e hanno interessi in Russia".

Yakunin, cofondatore del gruppo Viym, ha investito un po’ in tutto il mondo, Italia compresa. L’ultimo progetto, in Umbria, a Perugia, consiste nella ristrutturazione di un castello accompagnata dalla costruzione di un resort con campo da golf. Costo totale: 150 milioni di euro. Un investimento che, tuttavia, rischia di non dare frutti sperati a causa del conflitto esploso in Ucraina. "Ci sono delle vite umane che vengono spezzate da quello che sta succedendo e questa è la cosa più drammatica. In Russia ci sono persone che si stanno opponendo a questa guerra, o come preferiamo chiamarla, e io sono una di queste", ha subito precisato Yakunin.

L’"altra" Russia

In Russia, ha spiegato Yakunin, non tutti sono favorevoli all’operazione militare speciale attualmente in corso in Ucraina. "Ci sono persone che si stanno opponendo a questa guerra, o come preferiamo chiamarla, e io sono una di queste. Ovviamente esprimo una mia opinione personale", ha precisato l’imprenditore. Il quale ha evidenziato di aver avuto contatti, tramite gruppi Whatsapp, con persone in Ucraina, amici e conoscenti. "Con l'azienda stiamo cercando di collaborare alle iniziative di solidarietà. Saremo lieti di supportare tutte le azioni di sostegno e aiuto alle popolazioni ucraine", ha detto.

Tornando alla spada di Damocle delle sanzioni e al clima che si respira in Russia, Yanukin ha una visione molto precisa. A detta dell’imprenditore, nel suo Paese esisterebbe circa un 20% di persone - gli appartenenti alla classe media - che subirebbe il peso maggiore e peggiore delle suddette sanzioni. Il motivo è semplice: sono questi i russi che viaggiano oltre confine e hanno interessi economici internazionali. Il restante 80% dei russi, al contrario, solitamente non si muove dal proprio Paese e, visto che in Russia gli scambi monetari si continuano a fare, non sono colpiti più di tanto dalle sanzioni.

Le sanzioni, inoltre, non colpiscono chi "chi opera scambi multimilionari in cui di certo non si usa la carta di credito".

"Abbiamo russi e cittadini stranieri in Russia che per lavoro non possono più fare transazioni fra un Paese e l'altro, ma anche russi che vivono e lavorano all'estero e non possono supportare economicamente il resto della famiglia rimasta in patria", ha sottolineato Yanukin. "Non sono sicuro che questo fosse l'obiettivo prefissato dalla comunità internazionale. Ma questo è solo il mio punto di vista personale e potrebbe essere anche sbagliato", ha quindi concluso il magnate.

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