Rating, il report choc di Goldman Sachs: "Ora l'Italia rischia una serie di downgrade"

Nonostante le rassicurazioni di Tria, i mercati vanno all'attacco. Goldman Sachs: "Una politica fiscale così aggressiva metterà gli asset italiani sotto pressione". Rating a rischio

Rating, il report choc di Goldman Sachs: "Ora l'Italia rischia una serie di downgrade"

"L'Italia rischia una serie di downgrade sul rating". Gli analisti di Goldman Sachs già mettono le mani avanti. Dopo la decisione del governo gialloverde di fissare nella nota di aggiornamento al Def un target sul deficit-Pil pari al 2,4%, l'Unione europea è già sul piede di guerra e le agenzie di rating si preparano a sfrerrare un durissimo attacco all'Italia. "A nostro avviso - si legge nella nota - una politica fiscale così aggressiva metterà l'economia e gli asset italiani sotto pressione, oltre ad aumentare il rischio di una serie di downgrade sul rating del debito e a rendere difficili i negoziati con la Commissione europea (sulla legge di bilancio, ndr)".

Di fronte alla preoccupazione per la tenuta finanziaria del presidente della Repubblica Sergio Mattarella il governo ribadisce che l'impostazione del Def non cambia, il rapporto deficit/Pil resta al 2,4%, non c'è un "piano B". La sintesi della giornata è nelle posizioni espresse dal premier Giuseppe Conte, che a mezzogiorno è salito al Colle per ribadire la bontà della manovra economica. L'argine del Movimento 5 Stelle e della Lega alle pressioni dell'Unione europea tiene. Ma all'orizzonte si profila già la "tempesta perfetta": la mannaia delle agenzie di rating sull'Italia e il consequenziale crollo sui mercati azionari. Uno smottamento finanziario che, però, sembra non impesierire l'esecutivo italiano. "Alle agenzie di rating dico: leggetevi il Def", ha commentato ieri sera il vice premier Luigi Di Maio. "Perché se si parla di declassamento per il 2,4% di deficit/Pil che è in linea con quello che hanno fatto i passati governi, anzi era stato superiore, allora devo pensare che c'è un pregiudizio (sull'Italia, ndr)", ha continuato ribadendo che il governo si impegna a "tenerlo fermo al 2,4% per tre anni e ad aggiustare il tiro se la crescita non dovesse andare come prevsito".

Le pressioni su Roma non mancano. E si fanno via via più pressanti. Per il quotidiano tedesco Handelsbatt "l'Italia è già sul baratro" e "la situazione può finire fuori controllo". Dello stesso avviso sono anche i massimi vertici dell'Unione europea: dal vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, al commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici. Ieri sera, tornando in anticipo a Roma per mettere a pèunto il Def, il ministro dell'Economia Giovanni Tria ha ribadito (per l'ennesima volta) che non è in programma alcuna uscita dall'area euro. "L'Europa stia tranquill a - ha assicurato - il rapporto tra debito e Pil scenderà". Le agenzie di rating, però, sono già in agguato.

"L'Europa - si legge in un rapporto pubblicato oggi da Moody's - non è preparata ad affrontare un altro forte rallentamento che metta alla prova il sistema finanziario". L'incubo downgrade è dietro l'angolo.

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