L'ultimo round sui fondi Ue. Il "ricatto" olandese la spunta

L'importo complessivo del Recovery Fund dovrebbe restare a quota 750 miliardi. All'italia 127 miliardi di prestiti e 82 di sovvenzioni. L'intesa si avvicina

L'ultimo round sui fondi Ue. Il "ricatto" olandese la spunta

Si avvicina l'accordo sugli aiuti economici post Covid da assegnare agli Stati membri dell'Unione europea. Secondo quanto filtra da Bruxelles, i Paesi frugali sarebbero pronti ad accettare la bozza del Recovery Fund recapitata dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, alle varie delegazioni nazionali.

La bozza sul Recovery Fund

Scendendo nel dettaglio, l'importo complessivo del Recovery Fund dovrebbe restare a quota 750 miliardi come proposto da Germania e Francia e accettato dalla Commissione Ue. Cambierebbe tuttavia la composizione: 390 miliardi di sovvenzioni (anziché 500) e 360 miliardi in prestiti (invece di 250).

All'Italia toccherebbero 209 miliardi di risorse anziché i 172 miliardi calcolati in un primo momento. Attenzione però, perché l'ammontare dei prestiti passerebbe da 91 miliardi a 127 miliardi, mentre la quota a fondo perduto resterebbe invariata a 82 miliardi. Sempre stando al contenuto dell'ultima bozza, i fondi messi a disposizione da Bruxelles verrebbero utilizzati tra quest'anno e il prossimo.

La vittoria dei frugali

Abbiamo usato il condizionale, perché non c'è ancora alcuna ufficialità e non sono da escludere ulteriori modifiche in corso d'opera. Dovessero terminare in questo modo, i negoziati sancirebbero una discreta vittoria da parte dei Paesi frugali.

Il fronte del Nord, guidato dal battagliero premier olandese Mark Rutte, è riuscito a far crollare le sovvenzioni di un centinaio di miliardi. Di più non è stato possibile, visto che scendere a 390 miliardi avrebbe comportato una revisione del meccanismo dei rebates, cioè dei rimborsi tanto cari ai frugali.

Secondo quanto riferisce Politico.eu, al fine di ammortizzare la nuova proposta del Recovery Fund in formato "light", il presidente Michel avrebbe incluso varie riduzioni agli incrementi inizialmente previsti per i programmi su ricerca, sanità e sviluppo internazionale. Possibili riduzioni in vista anche per Horizon Europe, Just Transition Fund e ReactEu.

Il regalino all'Olanda

All'interno della negobox, come è stata soprannominata la bozza di compromesso, c'è una sorta di regalino all'Olanda. Un contentino, ha spiegato l'agenzia Adnkronos, che consentirebbe al premier olandese Rutte di tornare in patria con un duplice vantaggio da spendere in vista delle elezioni del 2021.

Innanzitutto L'Aia può contare su un rebate alquanto succulento, quantificabile in 1,92 miliardi di euro annui in meno da versare nel bilancio Ue. Dopo di che l'Olanda ha incassato un aumento dei costi di raccolta delle risorse proprie Ue tradizionali, tra le quali troviamo i dazi doganali, dal 20% al 25%.

L'intenzione iniziale era quella di abbassare tali costi al 10%. Basti pensare che consentire a uno Stato di trattenere un quinto del gettito, offre a quello stesso Paese un aggio significativo, a maggior ragione se – proprio come accade all'Olanda - stiamo parlando di una nazione efficiente nell'esazione delle imposte.

Il governo olandese, qualora dovesse essere confermata la bozza, non solo non perderebbe quei ricavi, ma li vedrebbe addirittura aumentare. Rutte rischia quindi di ritrovarsi tra le mani un clamoroso all-in. La ciliegina sulla torta? Un risultato economico da spendere sul piano politico.

Le risorse destinate all'Italia

Se confrontiamo l'ultima proposta di Next generation Ue avanzata da Michelcon con la prima bozza presentata dal Consiglio europeo sabato, notiamo una diminuzione dei sussidi all'Italia di 3,84 miliardi di euro. Se la paragoniamo con il pacchetto messo sul piatto dalla Commissione Ue, gli aiuti restano sostanzialmente inalterati.

Stando invece ai calcoli diffusi da fonti italiane, e riprese da varie agenzie, i prestiti concessi all'Italia sono aumentati di 38,8 miliardi. Nella prima bozza di Michel erano in tutto 173,8 miliardi le risorse da destinare all'Italia; nella nuova bozza aumentano di 34,9 miliardi a 208,8. La prima proposta del consiglio prevedeva 85,2 miliardi di sussidi contro gli 81,4 della seconda; i prestiti erano pari a 88,6 miliardi contro i 127,4 della nuova proposta.

In sintesi, ecco i soldi che dovrebbero essere destinati all'Italia, se il pacchetto dovesse essere confermato. Il Recovery and resilience facility (Rrf) sarebbe composto da 127,44 miliardi di euro in prestiti e 63,5 miliardi in sussidi. Oltre a sussidi per 15,25 miliardi nel programma ReactEu; 0,49 miliardi in Horizon Europe, 0,85 in Rural development; 0,54 in Just transition fund; e 0,24 in RescEu. Per un totale complessivo di 81,12 miliardi di sussidi.

L'approvazione dei piani nazionali

Tornando alla bozza sul Recovery Fund, ha sottolineato l'agenzia Adnkronos, l'iter di approvazione dei piani nazionali di ripresa, necessari ad accedere alla Recovery and Resilience Facility, prevedrebbe l'approvazione del via libera dato dalla Commissione da parte del Consiglio, con un voto a maggioranza qualificata.

Sull'attuazione dei piani stessi, è la Commissione che dovrebbe ritrovarsi a seguire il tutto, chiedendo l'opinione del Comitato economico e finanziario, organo tecnico del Consiglio. Sarebbe inoltre prevista la possibilità di sollevare la questione davanti al Consiglio Europeo, nel caso in cui "uno o più" Stati membri nel Comitato Economico Finanziario ritenessero valido il rischio di una "seria deviazione" dal "soddisfacente raggiungimento" delle "tappe" e degli obiettivi rilevanti.

Sul tema delle restituzioni, infine, bisogna registrare un'altra vittoria dei frugali. Il bilancio europeo 2021-2027, nella nuova proposta messa sul tavolo dal presidente dal solito Michel, resta a 1.074 miliardi. Aumentano i rimborsi per Danimarca (322 milioni), Germania (3,6 miliardi), Olanda (1,9 miliardi), Austria (565 milioni) e Svezia (un miliardo). In ogni caso, nelle prossime ore è attesa la fumata bianca per sancire la fine delle trattative.

Fonti Ue: vertice si concluderà domani

Il vertice sta andando avanti da 85 ore. Il presidente del Consiglio europeo Michel ha sospeso i lavori della plenaria del summit per un "limitato numero di aggiustamenti tecnici". L'intesa, sostengono fonti Ue, è sempre più vicina ma è impossibile sapere se la tanto agognata fumata bianca arriverà a notte fonda o nella giornata di domani.

Secondo le ultime indiscrezioni i lavori potrebbero terminare soltanto dopo l'ennesima nottata di negoziazioni e aggiustamenti. A quanto pare sarebbero state superate tutte le questioni più complesse, cioè quelle relative alla governance del fondo, alle condizionalità legate allo stato di diritto e alla quota di sussidi a fondo perduto.

Sulla governance, spiegano fonti di agenzia, l'ultima proposta presentata da Michel prevede che i piani presentati dagli Stati membri siano approvati dal Consiglio a maggioranza qualificata in base alle proposte presentate dalla Commissione. La stessa Commissione, inoltre, potrebbe chiedere il parere del comitato economico e finanziario per valutare se sono stati raggiunti in modo soddisfacente i piani indicati nei piani di ripresa nazionali che ogni governo dovrà presentare.

Il comitato economico e finanziario si adopererà, quindi, per raggiungere un consenso.

Se uno o più Stati membri dovessero identificare gravi deviazioni rispetto al piano, allora potranno chiedere al presidente del Consiglio europeo di sottoporre la questione nel corso del prossimo vertice previsto fra i capi di Stato e di governo. Questo processo non dovrebbe richiedere più di tre mesi dopo che la Commissione avrà chiesto il parere del comitato economico e finanziario.

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