Il progetto della rete unica, con il matrimonio tra l'infrastruttura in fibra di Tim e quella di Open Fiber, è sempre più difficile da realizzare. Secondo l'agenzia Radiocor, ci potrebbe essere un allungamento dei tempi per l'uscita di Enel da Open Fiber. La firma dell'operazione prevista per fine giugno sarebbe stata spostata al termine del mese in corso.
Enel, a fine aprile, aveva dato il via libera all'offerta di Cassa Depositi e Prestiti Equity relativa al 10% di Open Fiber dopo aver approvato, in precedenza, la vendita del 40% a Macquarie. Nel frattempo, a inizio giugno, c'è stato l'avvicendamento ai vertici della Cassa con Dario Scannapieco nel ruolo di amministratore delegato che era stato di Fabrizio Palermo. Servirà, inoltre, il via libera di Bruxelles in quanto Cdp ha il 10% di Tim e, ad operazione conclusa, salirà al 60% di Open Fiber detenendo già il 50% della società. Il closing definitivo dell'operazione potrebbe essere, dunque, in autunno. Quanto al progetto rete unica, previsto nel memorandum firmato il 30 agosto dello scorso anno, le trattative tra Tim e Cdp sarebbero ancora in corso. L'operazione di integrazione della rete in fibra di Tim con Open Fiber si sarebbe, però, dovuta concludere entro il primo trimestre del 2021.
Ma anche se le trattative continuano tra i gruppi di lavoro di entrambe le parti, il passaggio dal governo Conte a quello Draghi ha raffreddato il progetto. Il precedente esecutivo, infatti, spingeva per accelerare i tempi di realizzazione della rete. Il gabinetto guidato da Mario Draghi starebbe vagliando anche altre opzioni. Come il varo di gare di appalto per le aree cosiddette grigie. Va da sé che una gara presuppone la partecipazione di due o più soggetti. E quindi Open Fiber potrebbe restare una società autonoma. Certo, sul progetto rete unica conta anche la posizione Ue sulla costituzione di un monopolio infrastrutturale nella banda larga in Italia.
Resta il tema della struttura proprietaria dell'eventuale rete unica con Tim che vorrebbe essere socio di maggioranza assoluta anche se con governance condivisa con Cdp. Una difficoltà che potrebbe anche far sfumare l'ipotesi della rete unica. E forse lo pensa anche l'ad di Tim, Luigi Gubitosi, che sta portando avanti lo sviluppo della rete in fibra con FiberCop, società che vede tra gli azionisti il fondo Kkr e Fastweb.
Da sottolineare che tra i maggiori sostenitori della rete unica ci sono i sindacati che temono di vedere a rischio i posti di lavoro se non venisse realizzata (l'attività di rete fissa di Tim conta 20mila dipendenti). Intanto ieri Sittel, azienda in crisi che si occupa di reti trasmissione dati, ha ricevuto una manifestazione di interesse da Tim. In ballo ci sono 400 posti di lavoro.
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