Di una riforma fiscale si era già parlato molto durante il governo Conte. Poi la crisi ha rimescolato le carte facendo rientrare tale ipotesi. Ora, però, la svolta sembra vicina. L’esecutivo guidato da Mario Draghi potrebbe davvero dare il via ad una serie di importanti cambiamenti in materia fiscale, magari anche grazie ai suggerimenti di una apposita commissione di esperti. Con il rischio di vedere il ritorno dell’Imu, la tassazione sulla prima casa.
Ovviamente tra il dire ed il fare c’è di mezzo il mare. Perché per raggiungere tale obiettivo ci sono due ostacoli. Innanzitutto per ridurre le tasse il governo non potrà utilizzare neanche un euro degli oltre 200 miliardi messi a disposizione dall'Europa con il Recovery Fund. Inoltre l'intervento dovrà garantire l'equilibrio dei conti pubblici. In considerazione di ciò pare ormai probabile che si dica addio alla Flat Tax, provvedimento caro alla Lega, mentre potrebbe essere approvato un nuovo rinvio delle cartelle esattoriali. I tempi, però, stringono. Il decreto, infatti, dovrebbe essere approvato entro il 30 aprile in quanto dall’1 maggio ripartiranno notifiche, pagamenti e pignoramenti finora sospesi causa emergenza sanitaria. Sarebbero circa 35 milioni le notifiche dei nuovi atti di riscossione bloccati tra il 2020 e l'inizio del 2021 proprio per non pesare sulle spalle dei cittadini colpiti dalla crisi economica.
Per approvare la riforma fiscale la tabella di marcia di Palazzo Chigi è piuttosto serrata. Entro il 31 luglio il Parlamento dovrebbe dare il via libera a un disegno di legge delega che terrà conto anche della "indagine conoscitiva sulla riforma dell'Irpef e altri aspetti del sistema tributario avviata dalle Commissioni Finanze di Camera e Senato ancora in corso di svolgimento". A seguire dovrà essere nominata una task force di esperti che avrà il compito di mettere a punto un progetto.
La riforma potrebbe riservare brutte sorprese per i proprietari di immobili. Da anni Bruxelles chiede una revisione radicale degli attuali estimi catastali, che i Comuni non hanno mai aggiornati e che spesso risultano con valori decisamente non in linea con quelli del mercato. Ed ora il governo potrebbe davvero toccare gli immobili. Del resto il presidente del Consiglio, fin dal suo insediamento, ha lasciato intravedere questa ipotesi. Nel discorso che ha tenuto al Senato, Draghi ha spiegato che un alleggerimento della pressione fiscale sul lavoro sarebbe stato possibile attraverso un aumento di quella sugli immobili.
Visto che di soldi ce ne sono pochi e quelli in arrivo dall’Europa non si possono utilizzare per questo progetto, allora non è da escludere che le risorse per ridurre la pressione fiscale sul lavoro debbano essere trovate attraverso il ritorno dell'Imu sulla prima casa. Un tema di cui si è parlato già in più occasioni e che Bruxelles non ha mai digerito. La Commissione europea spinge il governo alla reintroduzione della tassa sulla prima casa. Ripristinare l’Imu sulla prima casa significherebbe tamponare il calo delle entrate erariali imputabile al dilagare dell’emergenza sanitaria ma rappresenterà un’altra mazzata per le tasche degli italiani. E così il governo, in solo colpo, potrebbe accontentare la Ue e fare cassa.
La Commissione Europea avrebbe proposto al governo Draghi di adottare una modalità di tassazione sugli immobili, applicando una concezione progressiva dell’imposta rapportata al reddito annuo dei cittadini. Così facendo, l’Imu verrebbe pagata da tutti, anche dai cittadini con un reddito minimo, a cui verrebbe applicata un’aliquota minima. Ma non vi è ancora nulla di deciso.
Semplificazione
Base della riforma sarà la semplificazione. Non è escluso che venga creata una commissione di esperti ad hoc. Il sistema ha alleggerito il carico fiscale sul lavoro, portando anche alla creazione di due aliquote base più una terza che si applica a livello municipale. La progressività è garantita da un sistema di deduzioni. L'imposta massima, inoltre, non può superare il 52%. La semplicità del sistema permette anche una maggiore incisività nei controlli.
Irpef e lotta all’evasione
Nel Documento presentato in Parlamento è prevista la revisione dell'Irpef con gli obiettivi di semplificare la struttura del prelievo e di ridurre gradualmente il carico fiscale, preservando la progressività e l'equilibrio dei conti pubblici. Le risorse per coprire la riduzione del’Irpef dovranno arrivare dalla lotta contro l'evasione fiscale che farà ricorso a tecniche molto avanzate, tra cui l'intelligenza artificiale e l’analisi dei social. Il governo starebbe anche prevedendo di assumere duemila "007 fiscali" dotati di professionalità adeguate al al lavoro da svolgere.
No Flat Tax
Non sembra più praticabile l’ipotesi della Flat Tax, bandiera della
Lega ma osteggiata da Fmi e Bruxelles. Possibile, come evidenzia il Giorno, realizzare un sistema sul modello tedesco, basato su 4 scaglioni e una maxi aliquota variabile che cresce progressivamente al reddito percepito.
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