Saccomanni è ottimista: "La recessione è finita"

Il ministro zittisce l'Istat: "Troppo pessimista sul pil". E smentisce l'ipotesi di una manovra. Confermata la dead line del 31 agosto per l'abolizione dell'Imu

Saccomanni è ottimista: "La recessione è finita"

Nel giorno in cui l'Istat rileva che nel secondo trimestre del 2013 il prodotto interno lordo è diminuito dello 0,2% sul trimestre precedente e del 2% sul secondo trimestre 2012, fa un certo effetto sentire il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni che, ai microfoni di SkyTg24 Economia, si dica convinto che la recessione sia finita: "Credo che l’economia entrerà in ripresa siamo a un punto di svolta del ciclo". Quello registrato nel secondo trimestre del 2013 è l’ottavo calo consecutivo del pil. Un’analoga situazione non si è mai registrata dall’inizio delle serie storiche, nel primo trimestre 1990. "È un dato pessimistico - ha commentato il titolare del dicastero di via XX Settembre - risente della stasi politica che ha caratterizzato l’economia fino a maggio a quel punto però c’è stato l’effetto delle misure di rilancio".

Da alcuni giorni a questa parte il governo si è risvegliato ottimista. Una sorta di ottimismo a orologeria che lascia leggermente di stucco. Lo stesso premier Enrico Letta, presentatando il dossier sui primi cento giorni di governo, ha assicurato che "l'Italia è a un passo dalla ripresa". "Per gli effetti sull’occupazione dovremo ancora aspettare", ha chiosato Saccomanni ben sapendo che l'allarme più grande interessa, senza alcun dubbio, il mercato del lavoro e, in particolar modo, la disoccupazione giovanile. Sul tavolo del dicastero dell'Economia, però, ci sono anche altre scadenze importanti da cui dipende la tenuta dell'esecutivo. In primis, l'abrogazione dell'Imu sulla prima abitazione. Segue l'abolizione dell'aumento dell'aliquota Iva dal 21 al 22%. "Abbiamo reperito fondi per la sospensione della rata a giugno, stiamo lavorando per presentare la riforma complessiva entro il 31 agosto", ha assicurato Saccomanni spiegando che il governo sta cercando di allargare il perimetro per una soluzione che comprenda anche la Tares e la riforma del catasto. Sulla buona riuscita si vedrà a breve. Una certezza, però, il ministro vuole darla. Ed è che non ci sarà bisogno di intervenire con una manovra economica. "Il dato importante di oggi è che gli economisti stimavano un calo dello 0,4%, invece il risultato è stato -0,2% - ha spiegato - se riusciamo ad avere un segno positivo nel quarto trimestre renderemo più semplice la gestione dell’economia e della finanza pubblica".

Resta il problema che nell'erario pubblico i soldi sono davvero pochi. Per non dire inesistenti. "Abbiamo detto più volte che non vogliamo incrementare ulteriormente il debito dello Stato e non vogliamo aumentare le tasse", ha chiosato Saccomanni spiegando che "bisogna accettare il peso politico di fare delle scelte di priorità". Tra le misure che il governo intende mettere in campo ci sono anche le dismissioni del patrimonio immobiliare dello Stato. Dismissioni che Saccomanni intende accelerare pur non ritenendo possibile l’obiettivo di 15 miliardi in questo breve periodo di tempo.

Tra le spese a cui, invece, l'esecutivo deve far fronte ci sono i pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione. Il ministro stima poter mettere in campo altri 10 miliardi di euro entro la fine dell'anno. Per un totale di 30 miliardi evasi nel 2013. Altri 20 miliardi dovrebbero arrivare all’inizio dell’anno prossimo.

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