Saipem consegna i conti del terzo trimestre, tornato in utile, dopo il «rosso» dell'anno scorso, ma paga il calo del greggio rivedendo al ribasso le previsioni per l'esercizio 2014. La Borsa reagisce male: il titolo arriva a perdere il 9% e viene sospeso in asta di volatilità, per poi rientrare in contrattazione e chiudere in calo del 5,8% a 13,5 euro con oltre 10 milioni di pezzi passati di mano.
Il 2014 si conferma dunque un «anno di transizione» per Saipem. La società controllata dall'Eni a fine settembre è tornata all'utile netto per 212 milioni rispetto alla perdita di 229 milioni contabilizzata nei primi nove mesi del 2013: ma ha anche aggiornato gli obiettivi per l'esercizio in corso nella parte bassa della forchetta annunciata ad inizio 2014 per le «difficili condizioni di mercato deterioratesi progressivamente nel corso dell'anno».
Nel dettaglio, mentre la previsione sui ricavi è stata confermata a circa 13 miliardi, quella sull'Ebit è stato fissata a circa 600 milioni (600-750 milioni la forchetta prevista a inizio anno). Anche l'utile netto è atteso nella parte bassa delle stime a circa 280 milioni. Rivista la guidance relativa al debito netto, da una forbice tra 4,2 e 4,5 miliardi a 4,7 miliardi.
«Continuiamo a implementare il piano di rilancio di Saipem, nonostante il deterioramento delle condizioni di mercato che ha rallentato la risoluzione dei contratti a bassa marginalità e reso più sfidante l'esecuzione dei nuovi progetti- commenta l'ad Umberto Vergine -.
«Abbiamo ricostruito il portafoglio ordini secondo la nostra rigorosa strategia commerciale ponendo le basi per una ripresa sostenibile nel medio-lungo termine. I risultati dell'anno hanno inoltre risentito di alcuni problemi operativi» tra i quali «l'incidente durante l'esecuzione del progetto P55» e «un periodo di stand-by per lo Scarabeo 5».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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