Se da un lato siamo felici per la ripresa post pandemia, dall'altro dovremo fare i conti (già li stiamo facendo) con rincari folli che il Codacons ha stimalo nell'ordine di 1.500 euro in più a famiglia: stiamo parlando dell'aumento dei prezzi sui generi alimentari. La spesa, quindi, costa già molto di più dell'epoca pre-Covid.
Perché sarà un "caro" Natale
Ma non è tutto: a due mesi esatti dalle festività natalizie le notizie sono tutt'altro che confortanti. L'aumento di prezzi e tariffe sarà pari a 1,4 miliardi di euro, soltanto per pranzi e cenoni spenderemo complessivamente 100 milioni in più rispetto a quelli degli ultimi anni. Insomma, sarà un salasso. Il motivo è presto detto: l'aumento e la carenza di materie prime che stiamo osservando (petrolio, gas, cereali, metalli, ecc.) si trasferisce a cascata anche sulle nostre tavole. E quando faremo la spesa al supermercato, non dovrà stupire se lo scontrino con i prodotti che acquistiamo abitualmente, all'improvviso, segna cifre diverse (verso l'alto) rispetto al solito.
Ecco quanto costa la spesa
Entrando in clima Halloween, le zucche ad esempio hanno avuto un rincaro del 25% (fino a 2,5 euro al chilo) mentre ai produttori vengono pagate tra 40 e 60 centesimi. Le previsioni per il 2022, poi, non sono delle migliori: Assopanificatori Confesercenti calcola aumento di pane, pasta, pandori, panettoni e dolci intorno al 10%. Segno positovo anche per pesce, carni e salumi con rincari del 2,5%, l’1,5% in più per vini e spumanti mentre ortaggi e frutta (compresa quella secca) vedranno un +2,7%. Discorso simile per generi di prima necessità, anche se non commestibili, come shampoo e detersivi che costeranno alcuni centesimi in più rispetto allo standard a cui siamo abituati.
Le grandi aziende si adeguano
Tanto per fare un nome, la Procter & Gamble (che gestice marchi come Pantene, Oral-B, Dash, MastroLindo Viakal e molti altri), farà lievitare i prezzi per la cura orale e della pelle come i rasoi. Situazione simile per la britannica-olandese Unilever presente con diversi brand (dall'Algida a prodotti per casa e persona come Mentadent, Dove, Svelto e Coccolino): insomma, non stupiamoci più di tanto se osserveremo aumenti su prodotti di questi brand di largo uso e consumo. Confcommercio, poi, stima un aumento dell'inflazione al 3% dal 2,5% attuale. Il presidente di Federdistribuzione, Alberto Frausin, ha affermato che sarà fatto il possibile per contenere gli aumenti "ma serve una risposta complessiva".
Ecco perché l’industria dei beni di consumo e le aziende della grande distribuzione hanno chiesto un tavolo di confronto con il governo "per valutare le possibili conseguenze del rincaro dei prezzi delle materie prime ed energetiche sulla ripresa economica auspicando misure fiscali per mitigare i rincari e provvedimenti per la salvaguardia della competitività delle imprese, del potere d’acquisto delle famiglie e dei consumi".
Che sarà un autunno caldo sul fronte dei prezzi ce n'eravamo già accorti con la benzina, che aumenta settimana dopo settimana. Adesso, come se non bastasse, la stangata sulla spesa: quando torneremo, anche da questo punto di vista, alla vita pre-Covid?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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