Non bastavano gli aumenti sull'energia elettrica e sulla benzina di cui ci siamo occupati recentemente: la nuova batosta sugli italiani riguarda i rincari sui generi alimentari più comuni ed utilizzati.
Aumenti fra il 30 e 50%
Da una materia prima come la farina al pane, dalla pasta al riso per arrivare ai secondi (carne) e finire con caffè e cacao: per non farci mancare nulla, aumenti a tappeto praticamente su tutti i principali alimenti. È l'allarme lanciato dalle associazioni di categoria che denunciano un aumento delle materie prime a partire dai mercati internazionali che, come un effetto domino, si faranno sentire anche in Italia. L'Associazione Nazionale dei Panificatori Pasticceri denuncia aumenti consistenti: rispetto al luglio dello scorso anno, c'è già un +9,9% sul frumento duro e un +17,7% su quello tenero con valori record simili a quelli del 2008. Non è nulla, però, se paragonati agli oli di semi raffinati aumentati del 33% e al burro del 31%. Mal comune mezzo gaudio: questo fenomeno non è nazionale ma internazionale. "C’è poi l’aspetto degli aumenti dei consumi in particolare in un Paese vasto come la Cina – spiega Ivano Vacondio, presidente Federalimentare, a Repubblica - La maggior domanda ha influenzato le quotazioni soprattutto in questa fase di ripresa dei consumi nel post-pandemia".
La speculazione internazionale
La responsabile agroalimentare di Cna (Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa), Elena Schina, segnala aumenti del 50% del costo del grano e dell’olio di semi che diventano un grosso problema sia per panettieri ma anche per i consumatori. "La semola di grano duro, utilizzata per produrre pasta e pane, è aumentata del 70%, quindi di conseguenza pastai e panettieri si trovano a dover aumentare i prezzi dei loro prodotti" spiega Fabio Fontaneto di Cna, produttore di pasta fresca, a Cronacaqui. Non è finita, perché i rincari potrebbero superare il 10-15% penalizzando i ceti meno abbienti. "Sicuramente ora c’è una grande speculazione a livello internazionale – aggiunge - la Russia preferisce vendere le semole alla Cina che a noi". Altri fattori che hanno fatto letteralmente lievitare i costi riguardano le coltivazioni del grano, notevolmente ridotte negli ultimi anni, ed un consumo di pasta mai così elevato. "Di conseguenza i rincari sono anche in parte dovuti alla solita legge della domanda e dell’offerta".
"Questi fattori stanno facendo esplodere il mercato – sottolinea Vacondio - I prezzi dei cereali sono saliti del 30-50% rispetto a un anno fa e non si tornerà indietro tanto facilmente". Sotto osservazione anche il latte ed i suoi derivati, così come gli allevamenti che dovranno pagare prezzi più alti per far mangiare i propri animali.
"Si rischia l'inflazione"
Si muove anche l'Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori (Ancc-Coop) che lancia l'allarme. "Motivati da questi rincari stanno arrivando richieste di aumento dei listini nazionali da parte di molti produttori di beni alimentari e di largo consumo. Si rischia un’inflazione da costi sui consumatori che potrebbe essere un freno formidabile alla ripresa del Paese" ha dichiarato Marco Pedroni, presidente di Coop Italia e Ancc-Coop. Siamo legati a un filo: che questi rincari siano passeggeri e non duraturi. Per capirlo sarà necessario vedere le mosse dei mercati internazionali nei prossimi mesi.
"Quel che è da capire è se si tratti soltanto di una fiammata o se questo andamento è destinato a diventare un fatto strutturale con ricadute sui consumatori", afferma il direttore commerciale di Coop Italia, Domenico Brisigotti. In qualsiasi modo la si veda, non c'è settore colpito dai rincari. Con tutte le conseguenze del caso per le tasche degli italiani.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.