Per il salvataggio di Alitalia Gubitosi impugna la scure

La soluzione per gli esuberi "non sarà indolore". Carburante da rinegoziare. I sei mesi? "Sufficienti"

Per il salvataggio di Alitalia Gubitosi impugna la scure

La linea Gubitosi per Alitalia inizia a prendere quota: tagli dolorosi per il personale, una decisa rinegoziazione dei contratti, a partire da quelli del carburante, e un'auspicabile «collaborazione» con Trenitalia. Intervenendo alla trasmissione Night Tabloid, nella sua prima uscita pubblica dopo la nomina a commissario (insieme a Enrico Laghi e Stefano Paleari), Luigi Gubitosi ricorda che ci sono «15 giorni per trovare le prime manifestazioni di interesse, ma ancora nessuno ha preso contatto con la compagnia». Per questo, come hanno ricordato molti esperti, è utile che i commissari rilancino l'azienda con un piano industriale. Ma quali sono le priorità? È lo stesso Gubitosi a dettare l'agenda. Partendo dalla considerazione che i 600 milioni del prestito ponte garantito dallo Stato, «saranno sufficienti per i sei mesi dell'amministrazione straordinaria», come prima cosa i commissari Alitalia lavoreranno sulla rinegoziare dei contratti, quelli di leasing, ma soprattutto quelli per il carburante. «Ho visto un po' di numeri 2016, per il carburante erano stati fatti contratti di assicurazione che facevano sì che Alitalia non potesse pagare il carburante più di 68 dollari, peccato che il prezzo del petrolio è andato più in basso, ora è a 48 dollari circa. Una differenza assicurativa che vale circa 128 milioni di euro».

Il secondo punto all'ordine del giorno riguarda invece il personale che molto probabilmente sarà ridotto. Gubitosi non fa numeri (i dipendenti Alitalia sono 12.500), ma chiarisce che «il tema è stato rinviato, non eliminato», e che la soluzione finale «non sarà indolore». In ogni caso, «dopo il referendum, dobbiamo lavorare sul clima interno, creando fiducia» ha auspicato. Qualcosa in più, su questo fronte, si saprà la prossima settimana dopo il vertice con i sindacati.

Quanto a una possibile collaborazione con Ferrovie dello Stato, che era stata chiamata in causa nei giorni scorsi come possibile cavaliere bianco da coinvolgere nel salvataggio della compagnia, «è un'azienda complementare all'Alitalia e fa un mestiere diverso, ma - ha chiarito - sarebbe utile che collaborasse. Sull'azionariato non mi pronuncio, comunque mi sembra che le Ferrovie si siano dichiarate non interessate». Sui reali possibili soci futuri, Gubitosi ha chiarito che «sarebbe importante che, se ci fosse una cordata, avesse un partner industriale. Sono sicuro che qualcuno è interessato, avevamo investitori disposti a metterci quasi un miliardo di cassa». Che valore avrebbe oggi la compagnia? «È presto per dirlo - ha spiegato - perché una volta che togliamo una serie di elementi negativi, e con il rinnovo del contratto di lavoro, Alitalia tornerà competitiva».

Completamente fuori dall'agenda sembrano essere, al momento, interventi sulle rotte ritenuti invece essenziali dagli esperti.

«Qualche taglio andrà fatto soprattutto tra i voli domestici spiega Andrea Giuricin, docente di Economia dei Trasporti all'Università Bicocca - Sul lungo raggio, tra i rami secchi, ci sarebbero le rotte per Seoul e Pechino».

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