Tra pochi giorni inizierà un nuovo anno scolastico, gli alunni torneranno sui banchi e il governo si prepara a varare una nuova riforma dell'istruzione. Per Openpolis, l'osservatorio che si occupa di trasparenza e accesso ai dati pubblici, è il momento giusto per pubblicare qualche dato e fare un po' di conti.
L'indagine evidenzia come, nel 2011, l'Italia abbia speso il 4,2% del Pil in istruzione pubblica. Poco, visto che in Europa siamo 23esimi in classifica. Domina la Danimarca (7,8%) seguita da Cipro e Svezia (entrambe al 6,8%). L'Italia risulta sotto la media europea, che si attesta al 5,4%, ma è in ottima compagnia: anche la Germania spende il 4,2% del proprio Pil in istruzione pubblica e la Spagna ne spende leggermente di più, il 4,8%. Preoccupa anche il tasso di abbandono scolastico precoce visto che la media nazionale è del 17,6%, più precisamente il 20,5% per gli uomini e il 14,5% per le donne. Tornando in ambito europeo l'Italia risulta quart'ultima per abbandono scolastico: peggio di noi solo Portogallo (20,8%), Malta (22,6%) e Spagna (24,9%).
Ma quanto spendono le grandi città italiane? I 15 Comuni più popolosi, secondo la ricerca, sborsano mediamente 127 euro per ogni cittadino, anche se il 40% dei Comuni considerati ne spende meno di 100.
La città che investe maggiormente è Torino, con 209 euro pro capite, ed è stata l'unica città che ha superato quota 200 euro. Seguono Trieste, 192 euro pro capite, e Milano, con 190 euro pro capite. Fanalini di coda per tre città del sud: Palermo (45 euro), Napoli (44 euro) e infine Messina (36 euro).- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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