Per sostituire Caltagirone Generali prende tempo

Ieri il comitato nomine. Ma il cda non si terrà prima di settimana prossima. La governance sul tavolo Consob

Per sostituire Caltagirone Generali prende tempo

La scelta dei consiglieri di minoranza di Generali, eletti nella lista del gruppo Caltagirone, di non entrare nei comitati interni, e le successive dimissioni di Francesco Gaetano Caltagirone dal cda, hanno fatto da base ai lavori del comitato nomine guidato dal presidente Andrea Sironi che si è riunito ieri pomeriggio. Anche se la vera soluzione alla questione potrà passare solamente dal consiglio d'amministrazione, che tuttavia non si riunirà prima della prossima settimana.

Intanto Sironi, insieme all'ad Philippe Donnet, oggi sarà davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario. L'audizione, inizialmente prevista per Donnet prima dell'assemblea del 29 aprile, era stata rinviata a dopo l'appuntamento dei soci, che ha visto prevalere la lista del cda uscente su quella presentata da Caltagirone. In un clima conflittuale che persiste le domande dei parlamentari forniranno l'occasione per fare il punto sui temi, ancora da sciogliere, al vertice della compagnia e nel suo azionariato. L'anomalia dei comitati consiliari finora varati (cinque) senza rappresentanti della minoranza, è già finita all'attenzione della Consob. «Ci stiamo lavorando» ha risposto il presidente dell'Authority Paolo Savona, interpellato in generale sui problemi di governance nel Leone a margine della presentazione del rapporto Consob sulla corporate governance. Ad alzare la tensione si è inserita, dopo le dimissioni, date senza spiegarne i motivi da Caltagirone, anche la sua sostituzione. Secondo lo statuto di Generali va nominato consigliere «il primo dei candidati non eletti della lista alla quale apparteneva l'amministratore cessato, purché sia ancora eleggibile e disponibile ad accettare la carica ed appartenere al medesimo genere». Esclusa automaticamente Roberta Neri (o semplicemente non disponibile a prendere il posto dell'imprenditore), in caso di conferma dell'indisponibilità di Claudio Costamagna il posto andrebbe a Luciano Cirinà, l'ex top manager non gradito alla compagnia che lo ha licenziato.

Il comitato nomine composto, oltre che da Sironi, da Clara Furse, Diva Moriani e Luisa Torchia, e chiamato ad affrontare tale questione, si era dato appuntamento anche per valutare se proporre di attribuire al comitato investimenti un parere consultivo sulle operazioni strategiche. La mancanza di un comitato dedicato alle operazioni strategiche aveva spinto Caltagirone e gli altri due consiglieri della sua lista a restare fuori da tutti i comitati interni.

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