Il dividendo per Mediobanca è prioritario. Lo ha ribadito ieri l'ad Alberto Nagel nel corso della presentazione in streaming dei dati trimestrali e alla vigilia dell'assemblea chiamata a rinnovare i vertici aziendali Oggi la priorità è il dividendo. Per i nostri azionisti è molto importante ha dichiarato il manager rispondendo alle domande degli analisti per poi aggiungere, in vista della possibile revisione allo stop alle cedole imposto dalla Bce, siamo una delle poche banche in Europa che potrebbe essere autorizzata a staccare i dividendi grazie all'asset quality (le attività deteriorate lorde rappresentano il 4,2% degli impieghi ndr), al capitale (l'indice di patrimonializzazione Cet1 si attesta al 16,2% ndr) e al profilo di rischio. Dobbiamo spingere in questa direzione.
Con la pubblicazione della trimestrale, Piazzetta Cuccia ha annunciato l'abbandono dell'obiettivo di dividendo in termini assoluti alla luce delle recenti disposizioni dell'Eba e delle incertezze del periodo, ma allo stesso tempo ha promesso di destinare alle cedole il 70% degli utili dell'esercizio fiscale (dall'ultimo 50%), Eurotower permettendo. Anche davanti a eventuali opportunistiche operazioni di acquisto queste ultime non dovranno impattare sulla politica di dividendo ha commentato il banchiere per poi ribadire non credo ci siano opportunità sul mercato, non comunque tali da mettere a rischio il pagamento dei dividendi. Sul fonte dei buyback tutto rinviato al prossimo ottobre: al momento non abbiamo l'autorizzazione assembleare. Ne riparleremo penso con l'assemblea di bilancio 2021 ha concluso Nagel. In Piazza Affari Mediobanca ha chiuso la seduta in calo del 2,65 a 6,36 euro.
Più in dettaglio, nel trimestre Mediobanca ha registrato un utile netto di 200 milioni, un dato superiore alle attese degli analisti, ma in calo del 26% sul 2019 a causa del minor apporto della partecipata (al 13%) Generali causato da oneri straordinari. Al contrario è risultata in espansione l'attività di corporate e investment banking che, come rivendicato da Nagel, ha visto Mediobanca al centro di tutte le maggiori operazioni di Piazza Affari e non solo. La divisione ha registrato un utile di 85 milioni (+48% rispetto al 2019). In crescita anche wealh management che ha riportato un utile di 22 milioni (+11%) e una raccolta di 818 milioni nel segmento affluent dai 290 milioni di un anno fa. Il margine di interesse si è poi attestato a 357 milioni (- 0,6%), mentre margine di intermediazione a 626 milioni (da 684 milioni). Quanto al prossimo futuro la banca d'affari è prudente: un eventuale nuovo lockdown potrebbe penalizzare le erogazioni, il costo del rischio nel segmento consumer e i mutui.
Sale infine l'attesa per l'assemblea degli azionisti che oggi, a porte chiuse, eleggerà 15 consiglieri e i sindaci per il prossimo triennio. Le liste in corsa sono tre: quella del cda uscente all'insegna della continuità e su cui si è espresso favorevolmente il patto light del gruppo (al 12,6% del capitale), quella di Assogestioni e l'ultima presentata da Bluebell con Novator Capital.
L'ago della bilancia è in mano a Leonardo del Vecchio salito nel giro di dodici mesi al 10,1% del capitale della banca d'affari (e con la facoltà di arrivare al 20%): un eventuale appoggio alla lista di Assogestioni o di BlueBell potrebbe mandare in minoranza la lista del cda uscente. Nonostante le schermaglie degli ultimi mesi, ieri Nagel ha parlato di confronto costruttivo e continuo.
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