La voglia di aperitivo durante l'estate ha fatto bene ai ricavi di Campari ma non basta, per ora, a rimettere il segno più a conti messi a dura prova dalla pandemia del coronavirus. La multinazionale ha chiuso infatti i primi nove mesi con un calo dell'1,6% dei ricavi netti a 1,282 miliardi di euro, mentre il margine operativo lordo è sceso del 5,8% a 761,5 milioni. Alla fine l'utile di gruppo è sceso del 22,4% a 190,2 milioni. Conti comunque molto apprezzati dal mercato, dove il titolo è Salito dell'1,7% in una seduta molto negativa per la Borsa.
I tre mesi di movida estiva, certamente eccessiva visti i nuovi contagi, sono stati per lo Spritz (a base di Aperol o Campari) e aperitivi in genere molto positivi. «Con la progressiva rimozione delle misure restrittive verso la fine del secondo trimestre, la performance del gruppo nel terzo trimestre ha ampiamente beneficiato dell'effetto legato all'incremento dei consumi durante le vacanze trascorse nei paesi d'origine anziché all'estero (cosiddetto effetto «staycation»)» si legge in un comunicato. Ma dopo un'estate trainante sono ora tornati gli incubi da lockdown con le nuove misure restrittive a penalizzare proprio il rito dell'aperitivo.
Per questo Campari commenta i dati parlando di «rinnovati segnali di incertezza, dovuti alla recrudescenza della pandemia e di un andamento dei consumi altamente imprevedibile». Secondo l'ad Bob Kunze-Concewitz (nella foto), «al miglioramento del terzo trimestre è seguito uno scenario di breve termine ancora estremamente incerto che mette in ombra gli effetti positivi degli aperitivi estivi».
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