Commentando i dati Istat sul Pil, meno di due settimane fa Matteo Renzi annunciava garrulo che le tasse erano in calo e "i gufi stavano a zero".
Oggi è il Sole 24Ore a smorzare gli entusiasmi di governo, certificando una verità che agli occhi dei comuni cittadini è assodata da tempo. Le tasse continuano ad aumentare.
Negli ultimi dieci anni, ad esempio, le entrate derivanti dalle accise sui carburanti sono cresciute costantemente al netto dell'inflazione, mentre il Pil ha perso oltre otto punti percentuali. Ma la vera stangata arriva sul risparmio, con le tasse sugli interessi, plusvalenze e redditi di capitale che dal 2011 ad oggi sono rincarate di quasi venti punti.
Come non bastasse, fino all'anno scorso lo Stato ha scaricato l'onere di molti tributi sugli enti locali, con il risultato di un aumento delle addizionali Irpef regionale e comunale e di un vero e proprio balzo delle imposte sulla casa. In una miriade di sigle, le entrate derivanti dalla riscossione di Ici, Imu e Tasi sono quasi raddoppiate: se nel 2006 si parlava di poco meno di quattordici miliardi di euro, nell'anno appena concluso gli italiani ne hanno pagati oltre venticinque, per un aumento dell'80%.
Tra le poche imposte in caso ci sono Irap (-34,7%) e Ires (-26,8%). Ma in questo caso bisogna tenere conto che la crisi economica ha abbattuto il volume di affari di moltissime imprese.
Si farebbe trarre in inganno, infine, chi pensasse di poter esultare per il calo delle entrate dalle imposte su alcolici, birra e tabacchi: anche qui il gettito fiscale è sceso parallelamente al volume di affari. Si pagano meno tasse, in questo caso, perché si consuma di meno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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