Statali, via al nuovo contratto: ecco gli aumenti

Aumenti nelle buste paga degli statali dallo stipendio di giugno. Ecco cosa cambia col nuovo contratto

Statali, via al nuovo contratto: ecco gli aumenti

Come annunciato nei mesi scorsi, col mese di maggio è arrivato il nuovo contratto per i dipendenti statali. Ieri l'Agenzia rappresentanza negoziale pubbliche amministrazioni (Aran) ha posto la sua firma. Non manca molto, dunque, ai promessi aumenti, attesi ormai con le retribuzioni di giugno. Si parla di aumenti lordi tra 63 e 117 euro al mese, in base al tipo di contratto dei dipendenti, e vi saranno anche gli arretrati, perché il rinnovo interessa il triennio 2019-2021. Cifre che otterranno anche coloro che ne frattempo sono andati in pensione. Gli arretrati per i dipendenti vanno dai mille euro fino ad arrivare anche a 1.800.

Ma chi beneficerà di tutto ciò? Le novità interessano non soltanto i ministeri e le agenzie fiscali, ma anche gli operatori di enti pubblici economici come Inail e Inps.

Oltre all'aumento in busta paga, nel nuovo contratto si parla anche di crescita di carriera, tramite progressioni orizzontali, ma anche con promozioni. Nello specifico, le progressioni orizzontali che comportano uno scatto di stipendio verranno stabilite per il 40% in base ad una valutazione individuale, e per il resto dal grado di anzianità ed esperienza.

Non solo. Oltre a scatti e aumenti di stipendio, nel nuovo contratto si fa menzione anche ad una quarta area, che sarà composta da coloro che rientreranno in quel gruppo di professionalità richieste per l'attuazione del Pnrr.

Novità anche per lo smart working. Viene introdotto il lavoro agile, diverso da quello a distanza, che prevede un arco di tempo in cui al dipendente non verrà chiesta alcuna prestazione lavorativa.

Grande la soddisfazione del ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta, che ha parlato di rivoluzione del lavoro pubblico. Un "contratto innovativo che riconosce diritti e un adeguato riconoscimento economico", hanno dichiarato invece dalla Cgil, come riportato dal Messaggero. Per la Cisl, invece, si tratta del "naturale adeguamento dello stipendio" e della "possibilità di un più snello percorso economico dei lavoratori della pubblica amministrazione".

Per arrivare al nuovo contratto, c'è stato bisogno di una trattativa lunga e complessa, ha rivelato Massimo Battaglia di Confsal-Unsa, ma ora si vedono le potenzialità, come affermato da Marco Carlomagno per Flp.

Dopo gli statali, potrebbe essere la volta di tutti quegli operatori che lavorano nella sanità, dal momento che le trattative con Aran sono già in corso. Ci sono poi gli enti territoriali, le Regioni e i Comuni.

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