Conti trimestrali e prospettive di Stellantis e Cnh Industrial, alla luce del momento sempre condizionato dalla pandemia a cui si aggiunge la mancanza di semiconduttori sul mercato, rilanciano le azioni della galassia Agnelli all'indomani della débâcle di Ferrari (-8%) a causa del rinvio al 2023 degli obiettivi previsti nel 2022. E così Stellantis guadagna il 7%, miglior titolo a Milano, Cnh il 5,2%, Ferrari recupera e sale dell'1,5%, mentre la holding Exor segna un +2,2%. Protagonisti, ieri, i due ad: Carlos Tavares (Stellantis) e Scott Wine (Cnh).
Per il gruppo automobilistico si è trattata della prima trimestrale della storia. Tavares ha colto l'occasione per scrivere una lettera ai dipendenti: «Abbiamo festeggiato i primi 100 giorni - le sue parole - con progressi significativi e stiamo lavorando al massimo per ridurre l'impatto della carenza di semiconduttori. All'Electrification Day dell'8 luglio faremo sapere come intendiamo sfruttare la tecnologia, gestire l'offerta produttiva e garantire qualità e costi accessibili». Quindi, l'ad ha ricordato l'intenzione di «vendere 400mila veicoli elettrificati nel 2021», in pratica, «l'inizio di una nuova storia; questo sarà un anno forte per il gruppo». Riscontri positivi anche sulle sinergie tra Fca e Psa, «raggiungibili nei tempi previsti». Stellantis, inoltre, non avrà bisogno di acquistare crediti green da Tesla per evitare di incorrere nelle sanzioni Ue.
I numeri dei tre mesi: oltre a essere leader di mercato in Europa (auto e commerciali leggeri) e Sud America, e crescere come quota negli Usa, Stellantis ha messo a segno ricavi pari a 34,3 miliardi (37 miliardi, +14%, considerando il periodo pre fusione) e consegne per 1,477 milioni di unità (1,567 milioni, +11%, includendo i giorni di gennaio che hanno preceduto le nozze, e complessive per 1,618 milioni di veicoli, +12%). Confermati i target 2021: margine operativo adiusted al 5,5-7,5% salvo nuovi significativi lockdown.
Nel giorno della trimestrale, ecco però arrivare il richiamo a Stellantis del ministro dello Sviluppo, Giancarlo Giorgetti, sul «rispetto degli impegni assunti alla luce del fatto che nel 2020 è stato concesso a Fca Italy un finanziamento, con garanzia Sace, da 5,6 miliardi». «Impegni - precisa Giorgetti - che restano in vigore anche a seguito della fusione tra Fca e Psa».
Conti e sguardo al futuro anche da parte di Cnh Industrial a poche settimane dallo stop ai negoziati per la cessione di Iveco ai cinesi di Faw. E proprio su Iveco, l'ad Scott Wine, oltre a far sapere che con il gruppo asiatico i rapporti continuano a essere buoni, ha confermato che lo scorporo delle attività On-Highway avverrà entro l'inizio del 2022 («disponiamo di tutte le risorse per realizzarlo»). Rispetto al piano iniziale, lo spin-off includerà anche i business di Fpt (motori), quelli militari e del comparto antincendio. Wine ha parlato di «robusta partenza nel 2021», per poi annunciare la revisione al rialzo gli obiettivi di fine anno: ricavi netti tra +14 e 18%, free cash flow positivo tra 0,6 e 1 miliardo di dollari.
Nel primo trimestre, fatturato consolidato di Cnh pari a 7,5 miliardi di dollari (+37% sul trimestre 2020 condizionato dalla pandemia), utile netto di 425 milioni, Ebit adjusted di 545 milioni e liquidità pari a 13,9 miliardi.
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