Da Stellantis un futuro per Mirafiori

Sarà l'hub per l'economia circolare. E Tavares lancia l'allarme sulle auto cinesi

Da Stellantis un futuro per Mirafiori

Non solo piani di sviluppo per Mirafiori (sarà l'hub per l'economia circolare più importante di Stellantis nel mondo), ma anche risposte sul pericolo Cina; la volontà di tutelare le classi più deboli e favorire il ricambio del parco circolante con vetture dai prezzi accessibili; la presa d'atto del mancato ascolto delle istanze di Acea, la lobby europea del settore, da parte di Bruxelles; e le tante incognite legate alle forniture di materie prime per le crescenti tensioni geopolitiche. Carlos Tavares a tutto campo, ieri a Torino, dove ha incontrato istituzioni, sindacati, manager di Stellantis e giornalisti. Il polo di Mirafiori, la novità del giorno, si occuperà di un'attività fondamentale per il futuro: «Riutilizzare materiali o allungarne la vita è fondamentale per la sostenibilità dell'azienda», ha spiegato l'ad di Stellantis. Ma c'è un'altra novità, apprezzata da istituzioni e sindacati, per lo storico polo torinese: al suo interno, infatti, saranno prodotte le nuove trasmissioni per cambi elettrificati. «Esiste - ha spiegato Tavares - una capacità di due linee da 300mila unità l'una. Quindi, possiamo produrre 600mila trasmissioni l'anno, come nell'impianto francese di Metz, arrivando così a 1,2 milioni di trasmissioni annue».

È seguito il plauso per la leadership europea della Fiat 500 elettrica («senza i problemi delle forniture se ne potrebbero produrre di più») e la promozione a pieni voti della nuova Maserati GranTurismo, sempre «made in Mirafiori» e sui mercati nel 2023 («la più bella auto da quando svolgo questo lavoro»).

La crisi energetica e le bollette impazzite, fanno sì, inoltre, che Tavares progetti di produrre elettricità all'interno delle stesse fabbriche grazie a pannelli solari e altre opzioni. Il top manager prenderà una decisione nelle prossime settimane con la possibilità di siglare accordi con aziende energetiche e investitori. «È fondamentale - le sue parole - proteggere fabbriche e lavoratori da questa situazione». Sulla transizione green (ci vorranno 20 anni per passare dal fossile all'elettrico e 10 per aver un sistema adeguato di infrastrutture) l'ad di Stellantis ha ricordato come «da tempo ripeto ai governi che non si può danneggiare il diritto alla mobilità, impedendo l'accesso della classe media all'acquisto di nuove auto elettriche». La soluzione intermedia si chiama mild hybrid, i motori termico-elettrici senza la spina che consentono di ridurre del 50% le emissioni di CO2. Occhio, poi, al caro materie prime e alla concorrenza dei costruttori cinesi. «La produzione di batterie è direttamente collegata ai prezzi delle materie prime che sono molto volatili - ha affermato Tavares - e questo si trasferisce sui listini delle auto». Quindi, la minaccia Cina: «Il prezzo di vendita dei loro veicoli elettrici, che stanno arrivando in Europa, può essere un fattore positivo per i consumatori, ma anche un forte rischio per noi europei, ecco perché bisogna lavorare sull'accessibilità».

Infine, l'annunciata uscita di Stellantis da Acea, la lobby dell'auto europea: «Quando sono stato presidente le autorità europee non ci ascoltavano ed era una loro scelta. Non ho risorse e tempo per parlare con chi non ascolta, preferisco rivolgermi direttamente alla gente».

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