Stellantis, grippa l'indotto ultimo regalo di Tavares

Altri 249 perdono il posto, si parte da Trasnova. Entro l'anno esauriti gli ammortizzatori sociali

Stellantis, grippa l'indotto ultimo regalo di Tavares
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Cresce l'allarme anche tra i lavoratori delle aziende che lavorano per Stellantis. È solo parte dell'eredità pesantissima che ha lasciato al Paese l'ex ad Carlos Tavares. Che, subito dopo il suo allontanamento, vede rinnegata anche la sua decisione di portare Stellantis fuori da Acea: il gruppo presenterà infatti una nuova domanda di adesione all'associazione da cui manca da gennaio 2023.

Ecco le ultime procedure avviate da Stellantis che costeranno il posto a 249 persone. Al posto di rinnovare gli affidamenti in scadenza, il gruppo ha preferito internalizzare le varie attività. A essere colpite dalla scure, troviamo la società Trasnova alla quale erano stati appaltati i servizi di logistica (97 licenziamenti di cui 1 a Melfi, 28 a Cassino, 54 a Pomigliano d'Arco e 14 a Mirafiori); quindi, le due aziende in subappalto Logitech (101 fuori: 46 a Melfi, 5 a Cassino e 50 a Pomigliano d'Arco) e Teknoservice (51 a casa: 36 a Melfi e 15 a Cassino). La situazione, in generale, è gravissima in quanto a fine anno, ovvero tra poche settimane, saranno esauriti gli ammortizzatori sociali rimasti (contratti di solidarietà e cassa integrazione) e senza un intervento immediato, in 25mila tra personale diretto di Stellantis (12mila circa) e indiretto (fornitori vari), perderanno il posto. La soluzione riguarda l'adozione di una proroga dei vari ammortizzatori sociali attraverso un decreto. Ma bisogna mettere il piede sull'acceleratore.

È lungo l'elenco delle aziende interessate al problema. C'è l'indotto di Cassino. Coinvolte sono la Lear (sedili), 285 addetti in bilico; la Denso (componenti per il raffreddamento del motore), 55 dipendenti i cui ammortizzatori finiranno a giugno 2025; la De Vizia (pulizie e servizi) il cui appalto non rinnovato costerà 32 uscite dal 31 dicembre. E ancora: SKF Industrie (cuscinetti radiali), fine della cassa integrazione a febbraio per 285 lavoratori; cassa stop a giugno 2025 per 116 della Tiberina (stampaggio, montaggio, lastratura).

Il punto sul polo torinese di Mirafiori la cui produzione quest'anno, tra Fiat 500 elettrica e Maserati GraTurismo/GranCabrio, è al minimo storico. Troviamo di nuovo la Lear e qui si apre il caso delocalizzazione. In 380 sono in cassa integrazione, in pratica gli stessi lavoratori che producevano sedili per la Fiat 500 e che, due anni fa, hanno visto la commessa prendere la direzione della Turchia dove un'impresa locale offriva costi più convenienti. In novembre è stato trovato l'accordo per un altro anno di cig straordinaria. La stessa azienda ha deciso di vendere lo stabilimento di Torino e si attende che un nuovo investitore si faccia avanti. E ora Melfi, dove sono state avviate le pratiche di licenziamento per 120 lavoratori del gruppo Sit FDM e 140 dell'azienda Bcube SGL, entrambe società operanti nella logistica i cui contratti sono scaduti.

Lo stato di allarme dell'indotto Stellantis sarà tra i temi al centro del tavolo automotive al ministero delle Imprese e del Made in Italy del 17 dicembre prossimo.

«Chiediamo l'impegno del governo affinché il nuovo gruppo dirigente di Stellantis fornisca risposte precise su come intendono far risalire produzione e modelli. Ci preoccupa che i 4,6 miliardi messi a disposizione del settore siano diventati 700 milioni. Adesso rimpingueranno i fondi?. Speriamo», ribadisce Rocco Palombella, segretario generale del sindacato Uilm.

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