Niente Mirafiori, come governo e sindacati auspicavano, ma niente anche Francia, Germania o Spagna: per produrre le future auto elettriche cinesi del partner Leapmotor, la scelta di Stellantis sarebbe caduta sulla fabbrica polacca (ex Fca) di Tychy. Fonti dell'indiscrezione, peraltro nell'aria fin dalla firma dell'accordo tra Stellantis e Leapmotor, le affermazioni di alcuni manager del costruttore cinese raccolte dal mercato e riportate da MF. A indirizzare la decisione i costi più bassi rispetto agli altri Paesi, il nostro in particolare. In settembre, dunque, sarebbe previsto il via con la piccola elettrica T03 e, a seguire, un ulteriore modello.
Tra i sindacati, prima a reagire è la Fiom-Cgil che, in una nota, giudica «gravissimo il fatto nel momento in cui fosse confermato» da Stellantis. «Non è stata fatta alcuna comunicazione alle organizzazioni dei lavoratori - puntualizza il sindacato - e non c'è stato alcun confronto di merito. Nel corso dell'ultimo incontro a Torino con l'ad di Stellantis, Carlos Tavares (nella foto), ci era stato comunicato che si stavano facendo delle valutazioni e che, comunque, l'Italia sarebbe stata una possibilità da prendere in considerazione».
«È evidente invece - aggiunge Samuele Lodi, segretario nazionale e responsabile mobilità Fiom-Cgil - che Stellantis procede nel suo percorso di disimpegno dal nostro Paese che nemmeno l'annuncio della Fiat 500 ibrida a Mirafiori, dal 2026, può controvertire. Tutto questo a pochi giorni dall'annuncio di ACC di bloccare (senza sapere per quanto) lo sviluppo del progetto della gigafactory a Termoli».
La richiesta, da condividere con gli altri sindacati, è di convocare con urgenza un vertice a Palazzo Chigi «per dare prospettive concrete all'automotive in
Italia». La produzione in Europa di vetture elettriche della cinese Leapmotor, di cui Stellantis detiene il 20% pagato 1,5 miliardi, aggirerebbe l'applicazione dei pesanti dazi (fino al 48,1%) previsti dal 4 luglio prossimo.
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