L'ad di Stellantis, Carlos Tavares, si prepara ad affrontare, il prossimo 11 ottobre e in un mare di problemi, l'audizione in Commissione attività produttive della Camera. Grane pesanti, per l'ad, sono sia in Europa (Italia in primis, se si guarda alle produzioni) sia negli Usa dove è in corso un braccio di ferro a suon di carte bollate con il sindacato Uaw.
Nella recente lettera che le associazioni in rappresentanza delle reti commerciali del gruppo in Europa hanno inviato alla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, vengono evidenziate «le attuali difficoltà nella commercializzazione di auto elettriche», insieme alla richiesta di «prendere in considerazione modifiche legislative che favorirebbero una transizione più graduale verso il 2035», a partire dalla nuova stretta sulle emissioni prevista dal 2025 per la quale, a differenza degli altri costruttori, secondo Tavares non necessita di rinvii.
La strategia adottata da Stellantis, a questo punto, viene giudicata rischiosa per la tenuta del «sistema». E la spaccatura con le reti dei dealer è ufficiale. Il gruppo, da parte sua, tenta di ricucire i rapporti e di rassicurare la struttura commerciale attraverso una nota. «Lavoreremo con i concessionari - viene precisato - per definire il mix perfetto di vendite entro i limiti della conformità alle norme sulle emissioni di CO2, sfruttando la nostra piattaforma multi-energia come asset unico nel mercato europeo». Quindi, si sottolinea di essere «molto orgogliosi per aver raggiunto la terza posizione sul mercato delle auto elettriche, a ridosso di Tesla». Per fare poi cenno alle novità in arrivo con la contestuale esaltazione dei livelli di autonomia: nel 2025 ci saranno altre vetture 6 elettriche e 3 ibride mild, il tutto «per contribuire, come squadra, alla lotta contro il riscaldamento globale». Nella nota, però, non viene commentata l'osservazione principale fatta sia alla presidente della Commissione Ue sia, indirettamente a Tavares, cioè «la crescente riluttanza della clientela verso il mercato dell'elettrico». A preoccupare le reti sono soprattutto le sanzioni (fino a 15 miliardi) e le inevitabili ricadute se nel 2025 le società non avranno rispettato i nuovi limiti deliberati. In pratica, l'obiettivo è raggiungibile solo con più auto elettriche sul mercato, al momento insufficienti. La direzione presa da Stellantis, favorevole alla stretta, secondo i dealer porterebbe «a una situazione insostenibile per il settore».
Il caso Usa, ora, dove il sindacato Uaw è pronto a proclamare uno sciopero in quanto la società non avrebbe rispettato le promesse di investimento fatte. Stellantis ha fatto sapere di aver avviato un'azione legale contro l'Uaw.
«Il procedimento - si legge in un documento - ha lo scopo di prevenire e/o porre rimedio a una violazione del contratto da parte dell'Uaw, motivo per cui, se il sindacato scioperasse, il tribunale dovrebbe riconoscere a Stellantis danni monetari». L'Uaw, comunque, non demorde.
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