Nuovi limiti, il ritorno al sistema analitico nel calcolo del reddito e tante altre possibili novità, tra cui l'introduzione di una flat tax a fasce. Il futuro delle partite Iva è ancora in balia del destino, e tutto dipende dalle (eventuali) modifiche apportate dal governo alla controversa manovra.
Se appena un anno fa il popolo delle partite Iva ha beneficiato dell’allargamento dell'estensione della soglia di ricavi e compensi a 65 mila euro, dell'eliminazione di vari vincoli e del divieto di ingresso per chi aveva reddito da lavoro dipendente di oltre 30 mila euro annui, adesso, per l'ennesima volta, cambia tutto. E per alcuni potrebbe cambiare in peggio.
Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, l'attuale governo giallorosso dovrebbe riproporre i vecchi limiti, anche se pare per ora accantonata l'idea della reintroduzione del sistema analitico di calcolo del reddito.
L'ipotesi più probabile e che potrebbe accontentare buona parte della maggioranza – M5s e Pd in primis – è la cosiddetta flat tax a fasce. Se da un lato è stato trovato l'accordo per evitare l'introduzione del calcolo analitico per le partite Iva con fatturato sotto i 65mila euro restano da risolvere alcuni dettagli a partire dal limite relativo ai beni strumentali.
Chi ci guadagna e chi ci rimette
È già ufficiale la cancellazione del secondo tempo della flat tax: dunque, niente aliquota agevolata al 20% per partite Iva appartenenti alla fascia compresa tra 65 mila e 100 mila euro. Al suo posto viene introdotto un maxi scalone.
Ogni lavoratore autonomo dovrà fare un paio
di conti e capire se il suo compenso resterà o meno al di sotto della fatidica soglia dei 65 mila euro annui. Inoltre occhio alle spese messe in programma, perché potrebbe essere conveniente rimandarle all’anno prossimo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.