Il Sud cresce più del Nord, ma è in ritardo di 10 anni

Il rapporto annuale dello Svimez rivela che nel 2016 il Pil del Sud è cresciuto dell'1 per cento lo 0,2 più del Nord. Ma permangono i problemi povertà e occupazione

Il Sud cresce più del Nord, ma è in ritardo di 10 anni

Il Sud cresce più del Nord, ma il divario in termini di occupazione e tasso di povertà rimane molto alto. È quanto si legge nell'ultimo rapporto annuale diffuso dallo Svimez, l'Associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno. Rispetto allo 0,8 per cento di crescita del Centro-Nord, il Sud è cresciuto dell'1 per cento. Un risultato dovuto a diversi fattori, in particolare il recupero del settore manifatturiero (cresciuto di oltre il 7 per cento tra il 2014 e il 2016) e la ripresa del settore edile (+ 0,5 per cento nel 2016), oltre ai progressi in servizi e turismo.

Il Sud supera il Nord, ma restano molti problemi. In base alle previsioni dello Svimez, infatti, seguendo il ritmo attuale il Sud tornerà ai livelli di produzione pre-crisi soltanto nel 2028, cioè 10 ani dopo il Centro-Nord. I problemi che affliggono il Sud? Bassi salari, bassa produttività, bassa competitività e in generale un inferiore benessere generale.

Persiste il problema dell'emigrazione, che secondo lo Svimez si può risolvere soltanto con politiche di lungo periodo da realizzare ottenendo dall'Unione europea maggiori margini di flessibilità del bilancio, rilanciando così gli investimenti pubblici e attirando investimenti nelle aree più depresse del Meridione.

Analizzando i dati sulla crescita Regione per Regione, Campania e Basilicana guidano il treno della ripresa rispettivamente con il 2,4 e il 2,1 per cento. La Calabria cresce dello 0,9 per cento in linea con il resto del Paese; ancorate al palo o quasi Puglia (0,7 per cento) e Sicilia (0,3 per cento), mentre per la prima volta negli ultimi tre anni la Sardegna torna a registrare il segno +.

Tra il 2015 e il 2016, il numero degli occupati al Sud è cresciuto di 101 mila unità, pari all'1,7 per cento, ma i dati rimangono preoccupanti rispetti al 2008. Decisivo per l'aumento del numero di impieghi a tempo determinato il prolungamento della decontribuzione. Male l'occupazione giovanile: rispetto al 2008, in tutta Italia ci sono 2 milioni di occupati in meno.

Nel Sud continua a esserci un'emergenza sociale. Circa una persona su 10 è in condizioni di povertà assoluta, contro il 6 per cento del Centro-Nord. Lo Svimez giudica in calo le prestazioni del welfare pubblico, rese ancora più gravi dalla mancanza nel meridione di forme alternative di welfare privato.

Infine, per quanto riguarda le previsioni di crescita, dopo i dati positivi degli ultimi due anni anche nel 2017 il Pil è dato in ascesa: +1,1 per cento al Sud e 1,4 per cento nel Centro-Nord.

Tuttavia, nel biennio 2018-2019 si potrebbe avere una riduzione dello 0,5 per cento di crescita in caso di attivazione della clausola di salvaguardia per l'aumento dell'Iva: in quel caso, il Pil del Meridione arriverebbe a perdere fino a mezzo punto di crescita.

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