Superbonus, scintille Tajani-Giorgetti

Il vicepremier: «Ascoltiamo le richieste delle imprese». Il ministro: «Faccio l'interesse del Paese»

Superbonus, scintille Tajani-Giorgetti
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«Io ho una responsabilità e difendo gli interessi dell'Italia come ministro delle finanze. Chiaro?». La risposta, secca e lapidaria, è firmata da Giancarlo Giorgetti e arriva in seguito a una domanda sulle perplessità espresse da Antonio Tajani sulla vicenda Superbonus, ovvero sull'emendamento governativo salva-conti pubblici per limitare l'impatto che il 110% avrà su deficit e debito. Il ministro dell'Economia è da tempo impegnato a cercare di fermare la valanga del Superbonus. Forza Italia, invece, si sta facendo portavoce delle istanze espresse dalle imprese.

Tajani in mattinata non aveva nascosto di nutrire «qualche perplessità sulla retroattività dell'ultima proposta del ministro dell'Economia». Il vicepremier, ospite del Family Business Forum, a Lecco aveva aggiunto: «Come Forza Italia vogliamo ascoltare le imprese e le banche per capire se ci sono dei danni o se bisogna intervenire in Parlamento per fare delle proposte, fermo restando l'intervento indispensabile per fermare i danni del Superbonus». Tajani è dubbioso anche sul passaggio dei rimborsi da quattro-cinque a 10 anni che «forse sono troppi».

A dicembre era stata proprio Forza Italia a farsi promotrice di alcune deroghe al Superbonus. Le misure non erano entrate in legge di Bilancio. A fine 2023 era stato comunque varato un decreto con alcune concessioni. La contrapposizione fra ministero e FI è, dunque, uno schema consolidato. E non manca una controreplica che arriva dal capogruppo azzurro alla Camera, Paolo Barelli. Le soluzioni «vanno concordate, anche il partito e Tajani difendono gli interessi dell'Italia».

Se all'interno del fronte governativo si registra qualche piccola tensione e dissonanza, Giancarlo Giorgetti può invece festeggiare l'ottimo risultato ottenuto dal collocamento della quarta tranche del Btp Valore. Nell'ultimo giorno di offerta il Btp riservato a famiglie e piccoli investitori ha totalizzato altri 970,1 milioni di acquisti.

Il collocamento, arrivato a soli due mesi dal precedente, ha raggiunto il proprio obiettivo: gli 11,2 miliardi di consuntivo, pur inferiori ai 18,3 dell'emissione di fine febbraio, collocano comunque l'operazione nella parte alta della classifica delle offerte di titoli di Stati riservate ai piccoli investitori. In poco meno di 11 mesi, il Btp Valore ha consentito al Tesoro di raccogliere circa 65 miliardi di euro. Una conferma della percezione positiva da parte del mercato rispetto alla tenuta dei conti pubblici italiani.

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