Una stangata continua. Negli ultimi quattro anni, la tassa sui rifiuti ha flagellato gli italiani ed è aumentata del 20%. Numeri impietosi quelli forniti da Federconsumatori secondo cui, nelle 40 città in cui è stata varata la Tari 2014, risulta che l’aumento medio della tassa sui rifiuti nel quadriennio 2010-14 è stato del 19,9%. L’associazione sottolinea come nello stesso lasso di tempo l’inflazione nazionale sia cresciuta dell’8,6% (dato Istat). "Ciò significa che l’aumento medio ha superato abbondantemente il doppio dell’inflazione", precisa Federconsumatori.
Nel dettaglio, l’incremento è stato del 160% a Reggio Emilia, del 114% a Livorno e del 100,5% a Sanluri. Aumenti anche a Lodi (con il +24%), Frosinone e Brescia (+17%). In calo invece gli importi a Macerata (-17%), Cremona (-14%), Verbania (-13%), Sondrio (-13%), Caserta (-11%) e Mantova (-10%) . Confrontando i dati relativi alla Tari 2014 e alla Tares 2013, si evince un aumento medio dello 0,69%.
Per Federconsumatori si è creata una "giungla tributaria in cui, a parità di condizioni, emergono forti differenze da città a città non solo in merito all’importo della tassa ma anche relativamente alla qualità del servizio e alla sostenibilità ambientale". Per quanto riguarda la Tares, per un appartamento di 100 metri quadrati e un nucleo famigliare di 3 persone (comprensivo della quota servizi indivisibili 0,30 euro al mq), il dato medio nazionale è di 312,7 euro annui. La spesa massima complessiva è quella di Siracusa, pari a 560 euro annui, seguita da Cagliari (531 euro), Napoli (509,5 euro) e Catania (506 euro). Gli importi minori, invece, sono stati rilevati a Sanluri (125 euro), Isernia (154 euro), Brescia (179 euro), Udine (197 euro) e Matera (198 euro).
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