Carlos Tavares si rifà vivo dopo essere stato licenziato da Stellantis: «Un'uscita pacifica, ben ponderata e concordata», la sua verità nell'intervista al settimanale portoghese Expresso. E subito accenna alla prossima meta: la compagnia aerea Tap, di cui è azionista. Un richiamo che l'ex ad di Stellantis definisce come «patriottico» e «irresistibile». E spiega: «Sono stato incoraggiato da amici a partecipare alla privatizzazione della compagnia aerea». Con quale ruolo? «Potrebbe essere a livello di cda o di investitori, ma probabilmente non esecutivo», la risposta vaga.
Tavares afferma che la sua uscita da Stellantis è avvenuta «al fine di proteggere l'azienda e non creare disallineamenti nella strategia di gestione». «Io faccio parte di coloro - aggiunge - che hanno creato Stellantis, insieme a John Elkann. Un'azienda con 250mila dipendenti, un fatturato di 190 miliardi e 15 marchi non può essere gestita con una mancanza di allineamento».
La realtà dice, però, che il «siluro» è partito per cause ben precise (negli Usa flop, licenziamenti e guerra legale con il sindacato Uaw; vendite a picco in Europa e in Italia, oltre ai contrasti con il nostro governo; produzioni in calo; piani futuri non chiari, isolamento dal resto settore in Europa) anche se nel suo mandato deve essere solo ringraziato dagli
azionisti per i dividendi (23 miliardi) di cui hanno beneficiato.Dunque, un addio, un anno prima del previsto, non proprio, come asserisce, «molto pacifico e molto ben pensato». E ora fari puntati sulla «paperonesca» buonuscita.
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