Continuano le manovre intorno alla rete di Tim. Protagonista è il fondo statunitense Kkr, che ha strappato i colloqui in esclusiva dopo aver offerto 23 miliardi di euro per rilevare Netco. Secondo quanto riporta Bloomberg, gli americani proseguono la due diligence e lavorano per irrobustire l'offerta. Per farlo, stanno interpellando - come da prassi per le grandi operazioni dei fondi di private equity - anche i grandi clienti che investono nei loro fondi infrastrutturali. Tra questi c'è la Abu Dhabi Investment Authority, fondo sovrano degli Emirati Arabi con un patrimonio di oltre 850 miliardi di dollari. Si tratta di uno dei più grandi fondi sovrani al mondo, che per altro aveva già investito come socio di minoranza nel veicolo di Kkr con in pancia il 37,5% di FiberCop, la società che gestisce l'ultimo miglio della rete di Tim.
Sono contatti preliminari e nessuna decisione è stata presa, tuttavia qualora il fondo emiratino decidesse di partecipare a fianco di Kkr lo farebbe come socio silente, senza posti in consiglio d'amministrazione, e unicamente sotto la governance di Kkr. Non è peraltro escluso che alla fine non siano anche altri gli attori a partecipare all'operazione Netco. Il cronoprogramma concede ancora un po' di tempo a Kkr per lavorare: la data limite prevista dal cda di Tim, che ha dato mandato all'ad Pietro Labriola di trattare in esclusiva col fondo Usa, è quella del 30 settembre. Tim, infatti, ha bisogno di cedere la rete per risolvere il problema di un debito lordo rettificato di 31,2 miliardi a marzo 2023. Ieri la società ha collocato 750 milioni di euro di obbligazioni con scadenza a luglio 2028 e un rendimento al 7,875% (le attese erano per l'8%). Il costo del finanziamento è aumentato rispetto al bond da 850 milioni emesso a gennaio (al 6,8%), ma era da mettere in conto dopo che i tassi Bce nel frattempo sono cresciuti di 150 punti base.
Sullo sfondo, rimane in attesa il maggiore azionista Vivendi, che ha in mano 23,7% del capitale. I francesi guardano ai colloqui tra Kkr e il fondo F2i guidato da Renato Ravanelli, che potrebbero allearsi in vista dell'offerta vincolante.
Non è del tutto da escludere che al consorzio partecipi anche la stessa Cassa depositi e prestiti, con una piccola quota oppure in modo più consistente, ma in questo caso dovrebbe prima sciogliere i nodi Antitrust.Ieri, infine, Sparkle ha inaugurato il data center Panama Digital Gateway, realizzato in joint venture con Trans Ocean Network.
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