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Tim-Open Fiber, oggi i cda per creare la rete unica

Convocati i consigli per firmare il memorandum. Operazione da 25 miliardi di euro

Tim-Open Fiber, oggi i cda per creare la rete unica

Il progetto di creazione di una rete unica in fibra ottica attraverso la fusione degli asset di Tim e di quelli Open Fiber vedrà oggi il suo calcio d'inizio. Alle 18 si riuniranno in seduta straordinaria i cda di Cdp e di Tim che dovranno dare il via libera alla firma del memorandum of understanding (mou) che definirà il percorso che potrebbe portare il Paese ad avere un'unica infrastruttura in fibra ottica ottimizzando investimenti e accelerando i tempi di stesura della fibra. Dopo una settimana di approfondimenti, condivisi anche con i partner finanziari che affiancano Tim in Fibercop (Kkr) e Cdp in Open Fiber (Macquarie), la Cassa e l'ex monopolista hanno ritenuto che i tempi fossero maturi per deliberare, convocando i rispettivi consigli a Borsa chiusa per dare modo al mercato di digerire un annuncio di cui potrebbero beneficiare le azioni di Tim, la cui capitalizzazione si aggira da qualche tempo sotto i sei miliardi.

Dentro la cornice del mou ci sarà molto lavoro da fare: dovranno essere definiti il perimetro e i valori degli asset che verranno conferiti, la governance della nuova società e dovranno essere ottenute le diverse autorizzazioni regolamentari. Il precedente memorandum, siglato da Tim e Cdp nell'agosto del 2020 e poi rimasto lettera morta, accordava sette mesi di tempo per arrivare, a valle dei processi di due diligence sugli asset, a un accordo sulla fusione, a cui sarebbe poi seguita una fase esecutiva e autorizzativa dai tempi incerti. A rendere la strada meno complicata di allora c'è la disponibilità di

Tim a rinunciare al controllo della futura rete unica, che anzi l'ex monopolista sembra intenzionato a scorporare e monetizzare, quantomeno in parte, per ridurre il suo debito e riconquistare l'investment grade. Gli analisti di Intermonte assegnano all'infrastruttura un enterprise value (capitalizzazione più debito) di 25 miliardi di euro, di cui 16,7 riferibili ad asset di Tim e 8,6 a Open Fiber, con possibili sinergie - secondo indiscrezioni - di 4-5 miliardi. Per assegnare un valore alla Netco di Tim «è cruciale capire le valutazioni degli asset» ma anche «l'ammontare di debito che potrebbe esservi allocato», sottolinea Equita.

La firma del memorandum of undestanding permetterà al Ceo di Tim, Pietro Labriola, di presentarsi al Capital market day di Tim, il prossimo sette luglio, con in tasca un risultato importante, coerente con il suo piano di rilancio attraverso la

scomposizione del modello verticalmente integrato lungo quattro aree di attività di business (rete, consumer, enterprise e Brasile) che, nelle sue intenzioni, dovrebbero essere in grado di far emergere il valore inespresso di Tim.

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