Tim senza rete, ok dall'Antitrust a Kkr

Titolo sulle montagne russe: prima venduto (-10%) poi acquistato fino a recuperare tutto

Tim senza rete, ok dall'Antitrust a Kkr
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Lo scorporo della rete incassa l'ok di Bruxelles senza condizioni. Il via libera dell'Antitrust Ue all'acquisizione di una parte di Tim (la cosiddetta Netco) ad opera degli americani di Kkr, mette un primo punto fermo a un capitolo lunghissimo della storia del gruppo, sancisce il successo della linea dell'ad Pietro Labriola e, soprattutto, abbatterà il maxi debito della società di 14,2 miliardi di euro.

Della società delle reti - che copre quasi l'89% delle abitazioni in Italia con cavi in fibra e rame che si estendono per oltre 23 milioni di chilometri - faranno parte con Kkr anche il ministero dell'Economia (con il 20%) e il fondo infrastrutturale F2i (con il 10%).

Nel dettaglio, la Commissione ha concluso che l'operazione - che comprende le attività della rete di telefonia fissa primaria e dorsale di Tim e di FiberCop - non solleva preoccupazioni sotto il profilo della concorrenza nello spazio economico europeo. In particolare, Kkr non avrà la capacità di limitare l'accesso ai servizi passivi (vale a dire le infrastrutture). Per ciascun prodotto all'ingrosso il numero di reti disponibili e di fornitori all'ingrosso rimarrà invariato e il potere di mercato di Netco non aumenterà sostanzialmente rispetto a quello che detengono Tim o FiberCop.

«Accogliamo con grande soddisfazione il via libera senza condizioni della commissione europea sull'acquisizione di Netco da parte di Kkr: sbrogliata la storica matassa», ha detto ieri il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti. «È un successo della strategia italiana e ora andiamo verso un closing a breve. È stata premiata la decisione del governo - ha concluso - di partecipare all'operazione».

L'indagine si chiude quindi in fase 1 e libera il campo al closing - atteso tra giugno e luglio - dell'operazione a lungo osteggiata dal primo azionista di Tim, la francese Vivendi che vanta il 23,7% del capitale. Una contrapposizione che potrebbe non esaurirsi qui. Gli operatori alternativi (Olo) potrebbero valutare un esposto sia all'Antitrust italiano sia alla DgComp europea. L'esposto sarebbe concentrato sull'Msa, il Master service agreement, ovvero l'accordo quadro tra Tim e Kkr per disciplinare i rapporti tra Netco e Tim che resterà dopo la separazione. E la valutazione avviene anche in base a quanto scrive la stessa Commissione Ue nel comunicato che annuncia il via libera all'operazione Netco, ma non si pronuncia, come peraltro atteso, sull'Msa. Chiarisce, invece, che non ci saranno problemi per i competitor sul lungo termine poiché Kkr non potrà rendere meno favorevoli le condizioni di accesso all'ingrosso o porre fine a tale accesso. Inoltre, il deal non aumenterà la probabilità di un coordinamento tra Netco e Open Fiber, dal momento che Fastweb continuerà a esercitare una pressione concorrenziale su Netco e sulla sua concorrente Open Fiber.

Il via libera è valso a Tim un recupero a Piazza Affari senza precedenti.

Dopo essere stata colpita dalle vendite alla luce di risultati trimestrali che hanno mostrato un andamento ancora difficile in Italia, il titolo è passato in pochi minuti da un calo teorico del 10% a un +1,5% a quota 0,25 euro. Una ulteriore conferma della volatilità dell'azione causata dal fatto che un quarto del capitale è statoprestato a fondi speculativi che si sono mossi allo scoperto.

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