Tim torna al tavolo del risiko. E Iliad invia segnali di fumo

Labriola: "Pronti allo shopping con Enterprise". Levi: "Nel mobile operazioni di piccola taglia sono poco utili"

Tim torna al tavolo del risiko. E Iliad invia segnali di fumo
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Acquisizioni, conversione delle azioni risparmio e cessione di partecipazioni. L'amministratore delegato di Tim, Pietro Labriola, è sempre più grintoso mano a mano che si avvicinano le firme (l'1 luglio) sulla storica cessione della rete fissa al consorzio guidato dal fondo americano Kkr. Il numero uno della tlc, ospite a Italia 360 Summit, ha confermato l'anticipazione del Giornale sulla possibile conversione delle azioni risparmio, specificando che su questo fronte verrà fatto «un passo alla volta». E sul fronte Enterprise, la parte di Tim legata ai servizi delle aziende, afferma che potrebbe esercitare «un ruolo attraverso le acquisizioni». All'orizzonte anche la cessione della quota residua (3%) di Inwit: «Siamo sempre stati rapidi», ha detto il manager che si è detto ottimista anche per la cessione di Sparkle al tandem Tesoro-Asterion.

Si è ovviamente parlato della decisione di scorporare la rete dai servizi: «Il business delle infrastrutture si sta separando da quello dei servizi. Sono tre anni che diciamo che per dare un futuro al nostro gruppo dobbiamo toglierci il fardello del debito. Come potevamo dare alla nostra azienda una prospettiva industriale e strategica?», ha detto Labriola. Anche dal governo, rappresentato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alessio Butti, traspare una certa soddisfazione: «Dopo anni di chiacchericcio siamo arrivati a un primo fondamentale passo, che è quello della separazione della rete dai servizi», ha detto il sottosegretario, «la creazione di una rete wholesale only indipendente e neutrale consentirà agli operatori di combattere ad armi pari».

Senza i vincoli dovuti all'integrazione con la rete, in molti ora si attendono una Tim più redditizia e aggressiva sul risiko delle tlc. Si è già parlato, infatti, di un possibile accordo con Poste Mobile, ma anche di abboccamenti con Iliad. Un settore con meno operatori è visto con grande favore da Butti, secondo il quale l'accordo tra Vodafone e Fastweb ha dato «un vantaggio sul consolidamento del mercato». Meno operatori dovrebbero dare ossigeno sul fronte dei prezzi che sono i secondi più bassi a livello europeo. «Qualche osservatore - ha aggiunto Butti - ritiene che altri player seguiranno questa strada».

Rimane abbottonato Benedetto Levi, a capo di Iliad in Italia: «Andiamo avanti da soli, ma se ci sono opportunità le guarderemo e valuteremo». Fermo restando che, per il manager dell'operatore francese, una piccola operazione «sul mercato mobile consumer, non è infatti una via per andare a modificare strutturalmente le dinamiche di questo mercato». Un messaggio a Tim? Per Levi ci vorrebbe un grande deal come poteva essere il tentativo (fallito) di acquisire Vodafone Italia. E come sarebbe un accordo con Tim, con la quale Levi parlerebbe volentieri.

Sul lato infrastrutture, NetCo (la società della rete di Tim) dovrebbe convolare a nozze con Open Fiber. Sull'ipotesi, però, l'ad di Unidata Renato Brunetti ha affermato che avrebbe «sicuramente dei problemi di Antitrust» nelle aree nere.

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