Trasporti, regole e i troppi incidenti

I dati sugli incidenti mortali che vedono coinvolti i mezzi pesanti, presentati nella recente riunione della Commissione per la sicurezza stradale nel settore dell’autotrasporto, forniscono un quadro allarmante

Trasporti, regole e i troppi incidenti

I dati sugli incidenti mortali che vedono coinvolti i mezzi pesanti, presentati nella recente riunione della Commissione per la sicurezza stradale nel settore dell’autotrasporto, forniscono un quadro allarmante. E purtroppo si tratta di un allarme che, pur essendo suonato più volte e alzato a tutto volume da Conftrasporto, è rimasto inascoltato. Rispetto al periodo gennaio - settembre 2014, nei primi 9 mesi di quest'anno gli incidenti mortali con coinvolti camion sono aumentati dell'11, 2 per cento e tra le vittime l'11 per cento erano conducenti di Tir.

L'aumento del traffico può essere una causa. Così come lo è, di certo, il depotenziamento delle norme sui costi minimi della sicurezza, generata da una criptica sentenza della Corte di giustizia europea, emessa in risposta a un'istanza del Tar del Lazio che non ha inteso, come invece accaduto in casi simili in passato, riconfermare quello che in una società civile dovrebbe essere un riferimento prevalente: la priorità della sicurezza. Valore non negoziabile, che non può essere subordinato a interessi di natura economica.

A causa di quella sentenza, ma soprattutto delle diverse interpretazioni che ha generato, il ministero dei Trasporti è dovuto intervenire ma il risultato è stato l'indebolimento dell'impianto che il Parlamento aveva introdotto per legge a salvaguardia dell'incolumità dei cittadini. Le nuove norme sono degne della Sibilla Cumana: mantengono i principi di sicurezza ma spalancano la strada a scappatoie che si trasformano in ostacoli sul cammino di chi è preposto a verificare che la legge sia applicata.

Qualcuno dovrebbe sentirsi in difficoltà di fronte all'incremento delle morti sulle strade: in primis quei committenti che ricercano solo il guadagno sfruttando soprattutto i piccoli operatori dell'autotrasporto.

Ma anche qualcun altro dovrebbe farsi un bell'esame di coscienza: i burocrati che sembrano voler ostacolare il percorso grazie al quale, in un Paese "normale", nell'Albo degli autotrasportatori potrebbero essere iscritte solo le imprese che rispettano le regole.

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