Trump: "Dazi al 25% su acciaio e alluminio". Ue pronta a un dialogo costruttivo con gli Usa

Per le famiglie sale il rischio stangata, allarme sui prezzi auto

Trump: "Dazi al 25% su acciaio e alluminio". Ue pronta a un dialogo costruttivo con gli Usa
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«Annuncerò dazi del 25% sull'acciaio e l'alluminio», ha detto ieri il presidente americano, Donald Trump, sottolineando che da oggi l'import di questi lavorati sarà più cara. A esserne principalmente colpito saranno la Cina (maggior produttore mondiale di acciaio e di alluminio) e poi l'India e la Russia. Le tariffe sull'acciaio penalizzeranno anche il Giappone e la Germania anche se la quota tedesca sul mercato globale non è particolarmente elevata.

«Il nostro alleato di lunga data, gli Stati Uniti, ha stabilito una nuova agenda. L'Europa è pronta per un dialogo robusto ma costruttivo con gli Stati Uniti tra crescenti incertezze. Siamo coscienti delle sfide potenziali ma siamo pronti per questo. E l'Europa mantiene fermamente la rotta sui suoi impegni e partnership globali. E questo è particolarmente vero con un partner molto speciale e futuro membro dell'Unione Europea, l'Ucraina». Lo ha detto la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen (in foto) a Vilnius in occasione della sincronizzazione delle reti elettriche degli Stati Baltici alla rete europea e del distacco dalla rete russa.

La guerra commerciale scatenata da Donald Trump continua tuttavia ad alimentare molte preoccupazioni tra i settori del made in Italy più esposti all'export. A partire dall'alimentare, ma cupo è anche il quadro per l'auto. I prezzi delle vetture nuove - calcola Federcarrozzieri - potrebbero salire in media di 2.500-3.00 euro. Insomma il rischio è quello di un un effetto domino su tutto il comparto dell'automotive» con pesanti «mancati profitti e perdite economiche» per tutte le case automobilistiche «perchè sono molteplici i marchi che producono automobili nei due paesi colpiti da Trump: Volkswagen, Audi, Bmw, Stellantis, Honda, Hyundai, Kia, Mazda, Toyota, Nissan. Il Messico, dove si producono ogni anno 3,5 milioni di autovetture, è il maggiore paese di origine per le auto vendute dal gruppo Volkswagen negli Usa (il 44% delle vendite totali nel 2024), e il secondo per le auto destinate agli Usa di Stellantis (40% tra Canada e Messico), Nissan (31%), Mazda (23%), Honda (13%). Per questo gli analisti, considerato anche il numero di vetture vendute ogni anno negli Stati Uniti dai singoli marchi una riduzione media degli utili per le case automobilistiche tra il -5% e il -15%». Il Codacons mette invece in guardia sul rischio di «una raffica di rincari» per l'effetto di eventuali contro-dazi europei. L'Italia importa ogni anno dagli Stati Uniti prodotti per un controvalore di 25,2 miliardi.

E guardando ai soli beni di largo consumo - tra prodotti agricoli, alimentari e bevande - il conto è prossimo a 1,4 miliardi. Vale poi 1,41 miliardi l'import di computer e prodotti elettronici, 4,3 miliardi l'import di prodotti e preparati farmaceutici.

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