All'Ecofin continuano le schermaglie tra l'Unione europea e il governo. In un forsennato scambio di accuse volano gli stracci e si infuoca il dibattito. All'indomani del braccio di ferro tra Matteo Renzi e i commissari Jean Claude Juncker e Jirki Katainen, il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan prova a mediare tornando a invocare un controllo europeo sulle riforme, una sorta di commissariamento dell'esecutivo e del parlamento che finirebbero così sotto le grinfie di Bruxelles: "Non c’è una deadline sulle riforme. C’è un’urgenza di accelerare le riforme il più possibile". Un buon proposito che non convince Katainen che, pur lodando il programma di Renzi, è tornato a bacchettare il Belpaese: "Non basta pianificare le riforme".
"Il controllo europeo sulle riforme è uno strumento utile perchè è un controllo reciproco dei paesi tra pari che si scambiano esperienze, non è solo un elemento di disciplina ma anche di apprendimento". Padoan prova a ricucire con i commissari Ue che ieri sono venuti a male parole con Renzi impantanato nel cammino di riforme. Oggi, sempre all'Ecofin, il secondo round al termine del quale il titolare del Tesoro è tornato a mettere al centro dell'agenda del governo le misure strutturali. Tanto da affidarne il controllo proprio a quell'Unione europea che, fino ad oggi, non ha fatto altro che ferire l'economia italiana e imporre misure sfavorevoli. "La via maestra per la crescita sono più investimenti, soprattutto privati e anche pubblici nella loro funzione di catalizzatore - ha spiegato Padoan - si devono creare condizioni di profittabilità e un elemento fondamentale sono le riforme strutturali che sbloccano investimenti". Durante l'Econfin si è infatti discusso dei nuovi strumenti per finanziare la crescita ed è stato dato mandato alla Commissione Ue e alla Banca europea per gli investimenti (Bei) di "predisporre rapidamente dei primi rapporti sulle misure concrete" da mettere in campo.
Nonostante Padoan provi a porgere il ramoscello d'ulivo offrendo addirittura il commissariamento del governo, i vertici dell'Unione europea non si lasciano incantare. E lanciano un gelido avvertimento a Renzi e alla sua squadra. "Molti paesi hanno in programma o già stanno attuando delle riforme - ha spiegato Katainen nel corso della conferenza stampa al termine dell’Ecofin - ma l’attuazione delle riforme è più importante, perché se c’è la ricetta di un medico e sono state comprate le medicine e poi non le prendiamo, non serve molto". Quello del futuro vice presidente della Commissione Ue è solo un avvertimento. Severo, ma un avvertimento. Perché il governo italiano ha comunque l'appoggio della Commissione Ue che considera quello steso da Renzi "un programma molto ambizioso" che "risponde a quanto necessario".
Tanto che l'economia italiana riceverà una spinta importante, "se tutti i programmi verranno rispettati". Sottinteso: Renzi dovrà fare la sua parte. Perché, come ha fatto notare il governatore della Banca di Italia Ignazio Visco, dopo l’Ecofin l’Italia resta "con i suoi problemi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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