Nonostante il declassamento da parte delle tre principali agenzie di rating, l’Italia ha riportato il maggiore restringimento dei differenziali di rendimento sulle obbligazioni sovrane. Nelle proiezioni contenute nell’ultimo bollettino mensile, i tecnici della Bce hanno sottolineato positivamente il calo dello spread tra i Btp e i Bund tedeschi di 166 punti base fra la fine di novembre e i primi giorni di marzo. Tuttavia, la fiducia dei consumatori italiani si è gradualmente indebolita fino a riportarsi su livelli analoghi a quelli osservati durante la recessione dopo il fallimento della Lehman Brothers.
Gli economisti di Francoforte hanno rivisto al ribasso le stime sul prodotto interno lordo dell'Eurozona. La variazione è compresa per il 2012 tra una flessione dello 0,5% e un incremento dello 0,3% e per il 2013 tra lo zero e un +2,2%. Le precedenti stime, risalenti allo scorso dicembre, prevedevano una variazione del pil tra il -0,5% e il +1% nel 2012 e tra il +0,3% e il +2,3% nel 2013. "Tale revisione - ha spiegato la Bce - riflette in prevalenza l’impatto della più debole domanda estera, dei più elevati prezzi del petrolio, delle ulteriori misure di risanamento delle finanze pubbliche e delle condizioni di offerta del credito lievemente più restrittive". Ad ogni modo la Banca centrale ha fatto sapere che i due maxi-prestiti a lungo termine sborsati a dicembre e febbraio sono stati decisi "a fronte di circostanze straordinarie nell’ultimo trimestre del 2011" e "potrebbero aver contribuito a contenere gli effetti di contagio della crisi del debito sovrano".
Secondo gli economisti di Francoforte, il "fiscal compact" per rendere più stringenti le regole europee di bilancio è "un passo nella giusta direzione" anche se, in prospettiva, serviranno "progressi verso un’autentica fiscal stability union".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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