«Vergognati!»: così, a bassa voce e a microfono spento, Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione Ue, all'indirizzo dell'eurodeputato italiano Paolo Borchia (Lega), che aveva appena concluso il suo intervento. E reo, secondo Timmermans, di aver criticato fortemente il piano «Fit for 55» che dal 2035 vuole imporre una mobilità unicamente elettrica. La reazione stizzita di Timmermans fa capire come il dibattito di ieri, a Strasburgo, che oggi porterà al voto plenario dell'Europarlamento, sia stato carico di tensione. «Non mi vergogno affatto - la replica di Borchia (Commissione Industria, Energia e Ricerca) - per continuare a denunciare, da anni, quello che è un impianto che non funziona e, allo stesso tempo, a stare dalla parte delle imprese e dei lavoratori che sicuramente pagheranno dazio a causa di un progetto folle che non sta in piedi».
Al termine della seduta, il vicepresidente della Commissione Ue, chiaramente preoccupato, ha sollecitato l'assemblea, in occasione del voto odierno, «di fare la cosa giusta», cioè di «non incatenare al passato un'intera industria» e di «aiutare l'industria europea a costruire nuove, entusiasmanti e accessibili auto elettriche». «Vi imploro - ha quindi aggiunto - di fare la cosa giusta: sostenete la nostra proposta di fissare al 2035 la fine della vendita di auto e furgoni con motore a combustione interna». Per poi confessare di essere un appassionato di motori: «Lo sono sempre stato, ma so che tutto questo deve cambiare: non si fa un favore a nessuno rallentando l'innovazione tecnologica».
Timmermans non ha poi gradito la posizione assunta da Manfred Weber, presidente del Partito popolare europeo. Il Ppe, infatti, ha presentato un emendamento che lascia nel 2035 un margine del 10% alle vendite di veicoli con emissioni di CO2. E per questo, oggi, al momento del voto si staccherà dagli altri gruppi della maggioranza. Di fatto Weber, ha ripreso un'affermazione rilasciata tempo fa da Carlos Tavares, ad di Stellantis, secondo cui «sulle tecnologie non sta ai politici decidere, ma agli ingegneri, al mercato e ai consumatori». E ha aggiunto: «L'Ue è leader nel mondo per l'industria automobilistica, dobbiamo affrontare la transizione senza perdere competitività, ecco perché siamo contro l'approccio ideologico che prevede lo stop delle auto a benzina e Diesel dal 2035». Concetto ribaltato subito da Timmermans: «L'industria automobilistica ha fatto la sua scelta».
«Basta con i diktat ideologici di Bruxelles - scrivono Marco Campomenosi (capo delegazione della Lega ) e Marco Zanni (presidente di Identità democratica) - accolti con entusiasmo dal Pd (in un tweet, lunedì, il segretario Enrico Letta si era espresso con convinzione per il sì al piano, chiedendosi ironicamente cosa avrebbero fatto i partiti di Salvini e Meloni, ndr), che mettono a rischio imprese, lavoratori e famiglie».
Il punto di vista del M5s: «Acceleriamo la creazione di una futura economia europea verde e resiliente, da cui tutti possano cogliere nuove opportunità e benefici. Da sempre ci battiamo in Italia e in Europa per il Green Deal perché la transizione ecologica è un fondamento della nostra azione politica». Tutta da ascoltare la seduta decisiva di oggi.
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