La ferita del blitz di Unicredit in terra tedesca non si rimargina. Mentre Berlino è al lavoro per inasprire le norme sulla trasparenza, ossia l'introduzione di obblighi informativi più rigorosi in modo da evitare casi simili in futuro, il maggior sindacato tedesco invoca l'innalzamento di «barricate politiche» per evitare che Commerzbank finisca nelle mani della banca italiana. Tra le possibili opzioni c'è l'attivazione di una golden power in salsa tedesca. Un messaggio criptato all'Italia arriva anche dagli analisti di Deutsche Bank, inizialmente indicata come potenziale acquirente di Commerz per bloccare l'avanzata tedesca di Unicredit. In un report dedicato a Banco Bpm, con l'istituto di Giuseppe Castagna promosso a buy, si fa esplicito riferimento ai possibili scenari di risiko strettamente legati proprio all'esito del tentativo di aggregazione Unicredit-Commerz. «Se Unicredit non dovesse portare a termine l'ambiziosa aggregazione transfrontaliera - ipotizza Deutsche Bank - riteniamo che il mercato potrebbe incorporare un maggior valore speculativo di Banco Bpm, perché un consolidamento nazionale diventerebbe un'opzione più concreta». In effetti, l'istituto guidato da Andrea Orcel nel recente passato era accreditato come potenziale predatore di Banco Bpm.
Di contro, in caso di nozze Unicredit-Commerz, gli esperti di Deutsche indicano Crédit Agricole (azionista al 9% di Banco) pronta a fare un passo avanti e mettere in piedi un'aggregazione delle sue attività in Italia. Una sorta di avviso ai naviganti: le distrazioni oltreconfine di Unicredit potrebbero costare caro e far finire in mani straniere il Banco, ossia la terza maggiore banca italiana.
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