Unicredit-Bpm, è guerra pure sul prezzo dell'Ops

Forbice del 28% tra il calcolo di preda e predatore

Unicredit-Bpm, è guerra pure sul prezzo dell'Ops
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Resta alta la temperatura intorno all'Offerta pubblica di scambio di Unicredit sul Banco Bpm. La ragione del contendere è il calcolo del «premio» o dello «sconto» sulla proposta depositata lo scorso 25 novembre dall'istituto guidato da Andrea Orcel. Come in una specie di guerra psicologica, entrambi gli istituti hanno diffuso dei calcoli per evidenziare quanto fosse conveniente o sconveniente, a seconda dei punti di vista, l'offerta.

Ne è nata una confusione tale da mandare in tilt anche la Consob, che a questo punto - visto che i conti non tornavano a nessuno - ha chiesto a entrambe le banche di rendere edotti gli investitori sulle metodologie di calcolo utilizzate.

Nella serata di ieri, a mercati chiusi, Unicredit ha articolato in un lungo comunicato la questione spiegando in sostanza che le date utilizzate da Bpm in un precedente comunicato non erano quelle «giuste» (cosa che peraltro sostiene, all'opposto, anche Bpm). Ebbene, Unicredit afferma che il premio implicito dell'Ops calcolato sulla media ponderata dei prezzi di Borsa di un mese prima dell'annuncio dell'offerta sarebbe del 6,3%, mentre quello calcolato da un mese prima all'offerta di Bpm su Anima (che a dire di Piazza Gae Aulenti avrebbe dato un valore «straordinario» al titolo di Piazza Meda) sarebbe del 13,8 per cento. La banca di Orcel «ritiene appropriato che il confronto tra i prezzi di mercato debba essere effettuato su basi omogenee, utilizzando riferimenti temporali univoci, in coerenza con le corrette metodologie valutative e le prassi di mercato». La risposta da Bpm non si è fatta attendere ribadendo che il riferimento al prezzo di Bpm al 6 novembre «è inappropriato» perché non incorpora «i risultati del terzo trimestre della banca, l'operazione su Anima e l'investimento in Mps». Inoltre, la banca guidata da Giuseppe Castagna denuncia che nel comunicato di Unicredit del 13 dicembre dove si indicava un premio del 14,8% «rispetto al prezzo ufficiale delle azioni Bpm rilevato al 6 novembre 2024» (ultimo giorno prima dell'Opa su Anima) conteneva un calcolo errato. Secondo Piazza Meda, infatti, il premio sarebbe da contenere al 3,9 per cento. Bpm aveva diramato un'altra nota venerdì sera, evidenziando le sue metodologie di calcolo e dichiarando, in base ai prezzi comunicati al 16 dicembre, uno sconto implicito del 14,2 per cento.

Evidentemente, in questo vortice di cifre, le prassi «condivise» non sono poi così chiare (e forse sarebbe meglio che una voce terza le stabilisse).

Ne consegue che tra il calcolo più ottimistico di chi compra e quello più pessimistico risulta una forbice di 28 punti percentuali. Non è chiaro, però, se a questo punto l'operazione trasparenza voluta dalle autorità abbia avuto un qualche tipo di efficacia.

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