Usa, parte la crypto riserva ma con casse semi-vuote

Intanto Trump fa 350 milioni con la sua memecoin

Usa, parte la crypto riserva ma  con casse semi-vuote
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Washington non andrà per il momento ad acquistare Bitcoin sul mercato. L'ordine esecutivo che istituisce una riserva governativa di Bitcoin, costituita solo dai token confiscati dalle autorità nei procedimenti civili e penali, non ha esaudito le elevate attese create in questi mesi dalle roboanti dichiarazioni d'intenti di Donald Trump. Il risultato è stata una nuova ondata di «fluttuazioni improvvise ed estreme» che caratterizzano il dna delle criptovalute come ribadito due giorni orsono da Bankitalia e Consob. Il Bitcoin, così come le altre maggiori cripto, è scivolato repentinamente fino a 84mila dollari per poi risalire in area 88mila con i riflettori rivolti al primo Crypto Summit tenutosi ieri alla Casa Bianca con il team di Trump dedicato agli asset digital che ha accolto i principali esponenti del settore.

Si stima che il governo degli Stati Uniti detenga quasi 200mila Bitcoin confiscati, che ai prezzi attuali valgono circa 18 miliardi di dollari. L'ordine esecutivo firmato dal presidente statunitense specifica che verrà fatta una contabilità completa delle partecipazioni in bitcoin del governo che nell'ultimo decennio ha venduto circa 195mila bitcoin per 366 milioni di dollari, che oggi varrebbero circa 17 miliardi di dollari se il governo non li avesse venduti. «Gli Stati Uniti non venderanno alcun bitcoin depositato nella Riserva, saranno conservati come riserva di valore. Sarà come la Fort Knox digitale per la criptovaluta spesso chiamata 'oro digitale'», ha sottolineato David Sacks, consigliere speciale della Casa Bianca per l'intelligenza artificiale e le cripto. L'ordine esecutivo specifica, inoltre, che le riserve potranno essere rimpinguato con acquisti sul mercato, purché ciò non comporti un «aggravio di costi per i contribuenti americani». A deludere è stato proprio il fatto che «la riserva sarà costituita solo da asset già di proprietà del governo piuttosto che da nuovi acquisti sostenuti da fondi statali», spiegano gli esperti di Deutsche Bank.

Intanto, secondo una stima del Financial Times, il progetto della memecoin ufficiale di Trump avrebbe fruttato al presidente degli Stati Uniti almeno 350 milioni di dollari di entrate dal suo lancio, avvenuto alla vigilia dell'insediamento alla Casa Bianca lo scorso 19 gennaio. Il profitto personale di Trump rimane poco chiaro in quanto il sito ufficiale della memecoin afferma che Cic Digital, affiliato alla Trump Organization, e Fight Fight Fight, con sede nel Delaware, possiedono collettivamente l'80% dei token. Il quotidiano finanziario mette in evidenza come le entità coinvolte nella gestione della memecoin hanno guadagnato almeno 314 milioni dalle vendite di token e 36 milioni dalle commissioni sulla blockchain di Solana.

Il FT ha anche scoperto che i conti di Trump hanno speso 1 milione di dollari per acquistare i propri token il 19 e il 20 gennaio per stabilizzare il prezzo in mezzo al forte calo susseguente al lancio della memecoin della first lady Melania Trump.

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