Veolia-Suez, nasce il campione green

Intesa tra i due gruppi francesi per un'Opa amichevole. I riflessi su A2a, Acea e Iren

Veolia-Suez, nasce il campione green

Veolia e Suez vanno a nozze con un accordo a sorpresa e rivoluzionano lo scenario green europeo e italiano. Il gruppo francese specializzato nella gestione di acque e rifiuti, e il concorrente Suez, daranno vita a un colosso ambientale da 37 miliardi di ricavi destinato ad avere un impatto senza precedenti sulle utility di casa nostra. «Questa operazione commenta al Giornale Carlo Stagnaro, direttore ricerche dell'Istituto Bruno Leoni - indica che, nei settori ambientali, il modello di business si sta spostando sempre più verso operatori industriali di medio-grandi dimensioni. Questo è anche la conseguenza di norme sempre più stringenti che impongono ai gestori dei servizi ingenti investimenti in tecnologia e capitale umano. Dal punto di vista italiano, questa operazione è una sorta di sfida».

E il guanto arriverà dritto alle ex municipalizzate che sono tra le più attive nei settori ambientali: da A2a a Iren passando per Hera, Acea, ma anche per tutte le decine di piccole società che ancora non hanno fatto massa critica. «Abbiamo ancora un panorama - sia nell'acqua sia nei rifiuti - dominato da aziende di piccole dimensioni, generalmente destinatarie di affidamenti diretti. Ma ora sono arrivati gli adulti e bisogna giocare secondo regole nuove», commenta Stagnaro.

Il nuovo governo Draghi, complice la transizione energetica potrebbe, dunque, tentare di arginare il rafforzamento francese in Italia spingendo verso la creazione di quel campione nazionale delle utility più volte ipotizzato dai precedenti governi. «Tutto ciò implicherà precisa Stagnaro - abbandonare la logica delle aziende comunali e ragionare su bacini di affidamento di maggiori dimensioni (come in teoria prevede la legge) con una selezione competitiva dei fornitori». D'altra parte, la concorrenza del nuovo colosso sarà difficile da arginare. Suez (azionista con il 23% dell'utility romana Acea) è già ben presente nel mercato italiano. Alcuni analisti vedono la nascita di un campione nazionale dell'idrico al Centro-Sud Italia, anche con il coinvolgimento di Multiutility, società toscana di cui Suez ha il 25%. Veolia, dal canto suo, è concentrata nel settore dell'efficienza energetica di Campania, Calabria, Sicilia e Lazio.

Non saranno quindi i colossi come Enel a soffrire la concorrenza transalpina (tra l'altro Enel opera in un mercato contiguo, ma distinto), ma i piccoli e le utility ambientali. In particolare, le attenzioni sono rivolte ad Acea per capire quali sinergie nasceranno. A conti fatti, il «cavallo di Troia» è posizionato. E il tempo stringe.

Le due società hanno concordato di stipulare l'accordo definitivo di fusione entro il 14 maggio al prezzo di 20,5 euro per ciascuna azione di Suez, una cifra che rappresenta un aumento abbastanza consistente rispetto ai 18 euro inizialmente proposti mesi fa alle prime prove di matrimonio. Nei mesi scorsi la multinazionale guidata da Antoine Frerot aveva già acquistato da Engie una quota pari al 29,9% di Suez, per poi lanciare l'Opa.

Ora, alla luce della nuova intesa, le società - che ieri hanno chiuso in rialzo del

7,73% a 19,86 euro (Suez) e del 9,66% a 24,75 euro (Veolia) - ritireranno tutti i contenziosi legali attualmente in corso e rescinderanno gli accordi relativi a tutte le cessioni, come quello siglato da Suez in Australia.

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