Le borse europee chiudono a picco, sulla scia del settore minerario, che risente dei timori di un rallentamento della Cina e del forte calo del prezzo del petrolio e del rame. Volkswagen termina in calo del 18,84%, dopo aver perso anche oggi oltre il 20% e Francoforte cede il 3,8% a 9.570,66 punti. Parigi scende del 3,42% a 4.428.51 punti, Milano del 3,33% a 21.’31,80 punti, Londra cala del 2,83% a 5.935,84 punti e Madrid del 3,15%. Anche Wall Street è in netta discesa, penalizzata da minerari ed energetici.
Pesanti vendite su Fca che ha mostrato un tonfo del 6,21% a 11,93 euro con il mercato che continua a guardare con preoccupazione gli sviluppi della vicenda Volkswagen con la Francia che ha chiesto l'apertura di un'inchiesta europea che faccia luce sull'operato della casa automobilistica tedesca e, nel pomeriggio, anche nella stessa Germania è stata avviata un'inchiesta. L'inchiesta aperta dall'Epa (Agenzia per la protezione ambientale Usa) potrebbe portare a una maxi-multa da 18 miliardi di dollari con possibili implicazioni penali per la casa di Wolfsburg, che oggi ha lanciato anche un profit warning sul 2015.
A Piazza Affari ha chiuso in profondo rosso anche Exor (-6,35% a 38,77 euro), la holding che controlla Fiat-Chrysler. Oltre al caso Volkswagen, che ha affossato il settore auto europeo, perdite ingenti si sono verificate anche sul comparto dell'energia che ha seguito la parabola ribassista del petrolio: Eni ha evidenziato un calo del 3,88% a 13,85 euro, mentre Saipem è arretrata del 4,39% a 7,725 euro. Deludente performance anche per Enel che ha lasciato sul parterre il 4,26% a 3,814 euro.
Infine, non si sono sottratti alle vendite copiose anche i titoli del comparto bancario: Banco Popolare ha ceduto il 4,32% a 13,71 euro, Montepaschi il 4,92% a 1,622 euro, Intesa
SanPaolo il 2,72% a 3,074 euro, Ubi Banca il 2,58% a 6,60 euro, Unicredit il 2,70% a 5,565 euro. Il caso Volkswagen rischia di affossare uno dei settori che avevano provato a tirare fuori dalla crisi l'economia mondiale.
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