Volkswagen, Müller è sempre più a rischio

L'ad sulla graticola per il nulla di fatto negli Usa. Grandi soci delusi

Matthias Müller, ceo Volkswagen
Matthias Müller, ceo Volkswagen

Detroit - Cortina di silenzio e largo alle indiscrezioni sul faccia a faccia di ieri tra Epa, l'Agenzia Usa per la protezione dell'ambiente, e l'ad del gruppo Volkswagen, Matthias Müller. La consegna dettata dalla direttrice dell'Agenzia, Gina McCarthy, è di non far filtrare nulla sull'incontro arrivato a meno di 24 ore dalla bocciatura, decisa dall'Autorità ambientale della California, al piano tedesco di richiamare e riparare le oltre 500mila auto con il software che regola le emissioni taroccate. Si sa solo che Müller, come anticipato ieri, avrebbe prospettato all'Epa un nuovo tipo di catalizzatore in grado di far rispettare ai motori diesel i limiti alle emissioni dei gas di scarico previsti dalla legislazione Usa.In attesa di conoscere il parere dell'Agenzia (tempi, pare, non brevi) e di capire a quale reale sanzione il gruppo automobilistico andrebbe incontro, sembra che in Germania non siano affatto piaciute le dichiarazioni rilasciate da Müller all'Auto Show di Detroit, e cioè che «Vw non ha mai mentito, ma solo travisato le norme americane sulle emissioni».

Affermazione che lo stesso ad, in un'altra intervista, ha poi corretto, precisando che Wolfsburg ammetteva di aver premeditatamente violato le regole Usa sull'ambiente. Il risultato è stato quello di far arrabbiare ancora di più gli americani e, per quanto riguarda il manager, di dimostrare palesemente lo stato di incertezza e confusione che regna in azienda. Per Müller, a questo punto, il rientro in Germania potrebbe rivelarsi traumatico. Entro il mese, infatti, il consiglio di sorveglianza gli chiederà conto sulla trasferta americana. «I risultati che Müller porterà a casa saranno decisivi», afferma una fonte vicina allo stato maggiore tedesco che ha parlato l'agenzia di stampa Dpa. Una sorta di conferma che l'ad sarebbe sulla graticola. L'accusa che gli osservatori tedeschi rivolgono a Volkswagen è quella di non aver preso sul serio le preoccupazioni americane, «e di aver sottovalutato - spiega Ferdinand Dudenhöffer, del Centro ricerche automotive all'Università di Duisburg - la gravità del caso». Tra i più irritati all'interno della galassia Volkswagen, secondo indiscrezioni, ci sarebbero i soci forti della Bassa Sassonia e il sindacato Ig Metall.

Il viaggio americano di Müller è stato, comunque, molto impegnativo. L'ad ha infatti presenziato ai lanci delle novità, soprattutto in chiave di motorizzazioni ibride ed elettriche, all'Auto Show di Detroit. Quindi, Epa a parte, ha incontrato alcuni esponenti politici dopo che Washington ha fatto causa a Wolfsburg.

«Nessuno vuole che Volkswagen sparisca - ha commentato il repubblicano della Pennsylvania, Tim Murphy - ma vogliamo chiarezza e soprattutto i documenti che l'azienda ci nega in base alla privacy tedesca». Per i concessionari parla Mike Jackson (AutoNation), interpellato da Automotive News: «I clienti ci continuano a chiedere quando e come saranno sistemate le loro auto».

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