Emergenza in Francia protesi al seno dannose Causerebbero tumori

Circa 30mila le donne a rischio: dovranno sottoporsi a espianto per evitare rischi. Registrato anche un decesso. In Italia le protesi erano già state ritirate dal mercato, come assicura il ministro della Salute Balduzzi

Emergenza in Francia protesi al seno dannose Causerebbero tumori

In Francia è allarme per i casi di tumore al seno provocati da alcune protesi al silicone difettose: il governo annuncerà un piano di azione ma, secondo il quotidiano francese Liberation, le autorità sanitarie avrebbero già deciso che tutte le donne (circa 30mila) che hanno subìto un intervento chirurgico con le protesi al silicone incriminate, marchiate Pip, dovranno sottoporsi all’espianto.

La decisione non ha precedenti, ma il governo non ha dubbi sul legame che intercorre tra il difetto della protesi, che si può rompere diffondendo il liquido nel corpo delle sventurate pazienti, e la comparsa del cancro"È necessario che tutte le donne che hanno protesi Pip vedano i loro chirurghi quanto prima", ha dichiarato Valerie Pecresse, portavoce del governo.

La decisione presa dalla Francia arriva dopo i numerosi casi di tumore riscontrati. Solo negli ultimi mesi sono stati rilevati otto casi ritenuti collegabili alle protesi, fatto che ha spinto 2mila donne a presentare denuncia contro la Pip. È stata aperta anche un’inchiesta per "omicidio involontario"  in seguito al decesso di una donna.

Il governo francese dovrà ora innanzitutto premurarsi di identificare le donne a cui sono state impiantate le protesi incriminate e assicurarsi che vengano espiantate, anche se non è ancora stato chiarito chi dovrà occuparsi del costo degli interventi. 

E anche in Italia cominciano a preoccuparsi. Il ministro della Salute Renato Balduzzi ha convocato d’urgenza il Consiglio superiore di sanità, e in una conferenza stampa lo stesso ministro assicura: "In attesa di conoscere le valutazioni del Css, ricordiamo che già nell'aprile del 2010 il ministero ha invitato gli operatori sanitari a non utilizzare i dispositivi in oggetto, dopo che l’Autorità francese aveva comunicato il ritiro delle stesse protesi". E conclude: "Si invitava anche a metterle in quarantena e a segnalare eventuali incidenti.

Contemporaneamente era stato chiesto al Comando dei carabinieri per la Tutela della salute di verificare la presenza sul territorio nazionale del prodotto e di operare affinchè non potesse essere più distribuito".

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