I mercati generali si rifanno il look. Presto Milano avrà un Ortomercato più bello e più efficiente, dal punto di vista dell’organizzazione del lavoro ma anche del risparmio energetico.
Da quando è stato nominato alla presidenza della Sogemi, la municiplaizzata che gestisce i mercati, Luigi Predeval si è rimboccato le maniche e a fine giugno dovrebbe avviare il concorso di progettazione internazionale per ridisegnare via Lombroso. Grazie alla sua esperienza pluriennale ai vertici di Unilever, Sme, Metro e Carrefour, Predeval, 62 anni, laurea alla Bocconi, sa trattare con colossi del calibro di 3mila addetti, 10mila operatori e 500 tir al giorno, un fatturato stimato di 2500 milioni di euro l’anno. Le difficoltà non sono poche: dal bilancio in rosso, alla logistica zoppicante, dal credito con gli operatori, al pgt non ancora approvato, al lavoro nero.
Ma procediamo con ordine: innanzitutto i nuovi mercati generali, che dovranno consentire agli operatori di lavorare in modo più razionale ed efficiente. Un vantaggio che è presto quantificato: i privati sostengono 5 milioni di euro l’anno di extracosti proprio per difetti nella logistica.
Il nuovo vestito sarà disegnato su misura per gli operatori con un doppio vantaggio: sfruttare l’esperienza sul campo e le competenze per progettare capannoni che consentano un’organizzazione efficiente del lavoro, secondo invogliare gli operatori a investire nel progetto. Da rifare l’asfalto di tutte le strade interne, parcheggi per dipendenti, clienti, pubblico e operatori.
Il nuovo ortomercato strizzerà l’occhio anche all’ambiente: in cantiere l’installazione di pannelli fotovoltaici sul tetto dei capannoni, struttura e impianti a basso consumo energetico. La prospettiva è quella di incentivare il trasporto delle merci su ferro coinvolgendo anche gli operatori. Non solo, con il nuovo svincolo della tangenziale, che permette di raggiungere i mercati senza passare da Corvetto e da via Mecenate.
Tramontata la città del Gusto, in via Lombroso ci si andrà comunque con gusto: diverse ambasciate hanno preso contatti con la Sogemi per proporre l’apertura di ristoranti tipici. Non solo, anche le regioni si sono fatte avanti: presto si potranno degustare prodotti tipici, ma anche imparare a confezionare manicaretti doc. L’obiettivo è anche ingolosire i privati per farli entrare nella società di gestione. Per realizzare l’ambizioso progetto servono però ingenti fondi: la riduzione dell’area dell’ortomercato a 150mila mq, che permetterà al Comune, proprietario dell’area, di vendere gli altri 300mila mq del valore di circa 100 milioni di euro. Con il ricavato, Palazzo Marino potrebbe finanziare il restyling, ormai non più procrastinabile. Condicio sine qua non l’approvazione del piano di governo del territorio.
Ultimo punto: linea dura contro il lavoro nero.
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